CATANZARO – Chiesto rinvio a giudizio, da parte della Procura della Repubblica di Catanzaro, per cinque medici e un’infermiera
del reparto di Ginecologia dell’ospedale “Pugliese”, nell’ambito di un’inchiesta partita a seguito della denuncia di una donna che ha detto di essere stata abbandonata per giorni su una barella dopo il suo ricovero per un’interruzione di gravidanza, che risale al 2010. Dopo aver emesso a novembre un avviso di conclusione delle indagini a carico di undici persone, fra medici, infermieri ed ostetriche, ora il sostituto procuratore Carlo Villani, titolare delle indagini condotte dagli uomini del Nisa, ha deciso di procedere solo nei confronti di sei di loro, accusati a vario titolo di abbandono di incapace, lesioni e omissione d’atti d’ufficio. I fatti risalgono a due anni fa. Tutto ebbe inizio il 17 marzo del 2010 quando la persona offesa fu ricoverata al “Pugliese” per interrompere la gravidanza per via di una malformazione del feto che portava in grembo. La donna, afflitta da una malattia e dunque “incapace”, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sarebbe stata “posteggiata” su una barella, dove sarebbe rimasta per tre giorni senza adeguata assistenza, prima e dopo il lunghissimo intervento cui fu sottoposta. La paziente fu dimessa dal nosocomio due giorni dopo l’interruzione della gravidanza, ma riporto’ una trombosi alla gamba sinistra, che secondo la pubblica fu provocata potrebbe dalla “mancata asportazione di materiale abortivo endocavitario”. A questo punto sara’ il giudice dell’udienza preliminare a decidere se e chi mandare sotto processo, dopo che si saranno confrontati in aula la pubblica accusa e le difese degli indagati, rispetto ai quali sussistono solo ipotesi d’accusa tutte da verificare.
