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Luca: il ballerino che sogna di diventare … etoile

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Luca: il ballerino che sogna di diventare … etoile

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COSENZA – Luca prigionierio nel suo mondo. Di solitudine. Il protagonista di questa storia è Luca (il nome è dio fantasia, ndr)

un 30enne cosentino, appassionato di danza che, per colpa dell’ignoranza delle persone, per colpa dell’indifferenza delle persone a lui più vicine e delle sue scelte personali, in fatto di sessualità, s’è ritrovato da solo, a combattere con i suoi stessi demoni e fantasmi. Luca, alto, dai tratti somatici efebici, con un fisico, modellato da ore e ore di esercizi e di ballo, ha sempre combattuto con se stesso, per via di quella sua identità sessuale incerta che ha finito per farlo diventare, vittima e carnefice di se stesso. La passione per la danza, il 30enne l’ha sempre avuto. Sin da piccolo. Se ne stava ore ed ore a vedere i ballerini e le ballerine piroettare sulle punte. Una passione che, però, l’ha messo davanti ad una triste realtà, quella dell’accettazione. Con suo padre che, non ha mai accettato l’idea che il suo “macho”, indossasse una calzamaglia e ballasse come una donna. Questa divergenza di vedute, tra padre e figlio, è sfociata in un’incomunicabilità perdurante, ancora esistente. Luca, dopo aver frequentato corsi di perfezionamento, in scuole di danza, ha deciso di fare le valigie, cercando altrove la sua felicità. Per oltre due anni è stato a Roma, poi a Firenze, per poi girovagare a Torino, Como e Milano. Qui, nella metropoli meneghina, ha trovato non solo il lavoro, sempre come ballerino, ma anche l’amore, ricambiato di un coreografo. Luca, grazie all’amore e al sostegno del suo compagno, con il quale ha perfezionato anche il suo talento artistico, era riuscito a trovare una sua dimensione. Finalmente si sentiva amato, realizzato e, soprattutto, capito e libero. Ma la leasion con il coreografo, purtroppo, per lui s’è interrotta e Luca, perso il sostegno del suo compagno, è ritornato ad esser fragile, posseduto dalle sue paure e dai suoi demoni. Anche Milano gli ha voltato le spalle, la capitale meneghina non aveva più posto per lui, nè nei balletti, nè nelle scuole di danza. La paura di ripiombare nella solitudine, ha preso il sopravvento, tanto da costringerlo, seppur a malincuore, a rimettere tutti i suoi sogni, le aspirazioni e le speranze in valigia e a far ritorno a casa. Ma tra le mura domestiche le cose, purtroppo per lui, non sono per niente migliorate. Anzi, tutt’altro. Il padre ha finito per allontanarlo, negandogli anche il suo affetto, per via di quella sua tendenza effeminata. Luca ha urlato la sua rabbia, in una lettera scritta a sua madre, nella quale si confessava, informandola del suo disagio, delle sue paure e di quella sua condizione ossessiva di non accettarsi. Luca ha iniziato anche a detestare ed odiare se stesso. Non ce la faceva più a vivere, prigioniero di quel corpo di uomo che, aveva incatenato l’animo di donna. Il 30enne, ha detto basta a tutto, arrivando, perfino, a bruciare e gettare dal balcone della sua stanza tutto quello che lo faceva uomo. Luca ha deciso di non nascondersi più, di non cercare più alibi e di vivere la sua vita sessuale, decidendo di trasformarsi in un trans. I capelli corti color nero, sono stati “cancellati” da una folta chioma bionda, le scarpe da ginnastiche, così come le clark, sono finite in soffitta, e Luca ha deciso di indossare il tacco, quello più alto. I suoi jeans scoloriti e tagliuzzati, le sue camicie con il collo alla coreana, sono spariti, lasciando il posto a camicette sblusate con adornamenti floreali e stretti tailleur, con pantalone. Quel suo viso efebico ha deciso di valorizzarlo ed esaltarlo con fard, correttori, rossetto e verniciate di trucco. in quella sua lettere, il 30enne ha scritto a sua madre: mamma, Luca, il tuo Luca è morto, o forse non è mai esistito, ora si chiama Stefania, sono tua figlia accettami”. Ma Stefania ora ha altro in mente, forse il passo più difficile: farsi accettare da sua padre, dai suoi amici e dalla società, quella ottusa e indifferente che l’ha emarginato. Ma ha voglia di farsi riconoscere anche dallo Stato, come donna. Ora è in cerca di un avvocato che l’accetti come cliente e gli faccia iniziare la sua second life. Da etoile. Della Scala.

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