COSENZA – Rapine, eroina e criminalità.
Il processo ‘Drink Water’ continua cercando di mettere ordine all’organigramma dei clan tra Gergeri e San Vito. Una serie di reati risalenti al 2000 sono stati ieri oggetto di discussione tra le aule del Tribunale di Cosenza. Uno dei teste ascoltati dal giudice Marletta è il colonnello Riscaldati che pare ricordare con lucidità le indagini da lui condotte in quegli anni. “Le attività erano ponderose e ricche di dettagli – afferma Riscaldati – andare oltre Marotta e Bevilacqua sarebbe stato dispersivo. Il luogo degli incontri era il bar Cirolia di via Popilia, l’epicentro di tutta l’organizzazione. Ci bastò mettere la microspia nello scooter di Francesco Bevilacqua che era solito stare seduto sul sedile conversando davanti al bar per avere un quadro chiaro delle vicende. Abbiamo sequestrato in quegli anni diverse dosi, mi rimase impresso quando ne trovammo 38 sotto una lamiera a Gergeri”. E proprio dal mercato dell’eroina che parte il collaboratore di giustizia Domenico Scrugli nel raccontare la propria versione: “abitavo vicino a Bevilacqua dove c’erano le baracche degli zingari. Stavamo sempre tutti lì nel quartiere, poi la gente veniva a comprare l’eroina. Francesco Bevilacqua e Marotta comandavano, gli altri facevano da corriere. C’era stato un patto nel ’98 per cui il mercato dell’eroina era dei nomadi e di tutto il resto se ne occupavano gli italiani e per evitare rappresaglie dovevamo acquistare da persone specifiche. Io facevo per conto mio: compravo l’eroina e la vendevo a chi a sua volta la rivendeva per me. Poi mi hanno arrestato quando mi hanno trovato con della cocaina”. Una testimonianza chiara. Fino a un certo punto. Scrugli si inceppa. “Vallanzasca chi è?”, chiede la difesa di Piromallo Robertino. “E’ Piromallo, – risponde Scrugli – lo so perchè lo conosco bene, siamo stati in carcere insieme. A Cosenza ce ne sono due di Vallanzasca, lui e Rocchetti Robertino”. “E ‘Zu Lopez’ chi è?”, incalza il legale di Piromallo. Dopo una serie di domande, descrizioni e risposte approssimative Scrugli ricompone i pezzi: “Ah è lui ‘Zu Lopez’, l’altro Vallanzasca è Antonio Benincasa, scusate mi sono sbagliato”. Un errore che pesa sulla credibilità dello Scrugli secondo gli avvocati in aula. Intanto il super-teste ed imputato Francesco Bevilacqua, alias ‘Franchino i Mafarda’ oggi collaboratore di giustizia, è il più atteso in aula. Lui potrebbe smentire o confermare. Ma alle 14.30 decide di ritirarsi. Non parlerà. Per ascoltarlo bisognerà attendere il prossimo 20 giugno.
