Pesano le accuse di voto di scambio dei collaboratori di giustizia e le recenti operazioni a Rende ed in Emilia Romagna.
COSENZA – Aspiranti sindaci e consiglieri comunali al vaglio dell’antimafia. Una richiesta inoltrata da Forza Italia alla presidente della commissione parlamentare sul fenomeno delle mafie Rosy Bindi per sollecitare controlli sui tentativi di infiltrazioni criminali nei Comuni. Si chiede di vigilare almeno si capoluoghi di provincia calabresi che andranno alle urne: Cosenza e Crotone. Città su cui la Dda ha già puntato i riflettori. Gli arresti dei politici rendesi con Sandro Principe in prima fila a ‘bracetto’ con affiliati alla cosca Lanzino, la ‘compravendita’ di voti di cui parlano i collaboratori di giustizia a Marano Marchesato, Castrolibero con Orlandino Greco (oggi consigliere regionale del partito Oliverio Presidente), Cosenza e Rende impongono una presa di posizione. Almeno formalmente. Il PD che vanta tra i membri della commissione parlamentare antimafia anche Enza Bruno Bossio, moglie di Nicola Adamo appena rientrato in Calabria dopo la revoca del divieto di dimora, si è imposto un codice etico interno. Verranno chiesti i certificati dei carichi pendenti ai candidati. Poi qualcuno ne valuterà l’eventuale candidabilità.
Discorso simile per la megacoalizione che sosterrà l’ex sindaco Mario Occhiuto in cui verrà sottoscritta una sorta di ‘giuramento’. Un modulo in cui il candidato dichiara: ‘Mi impegno a non dare o promettere alcuna utilità materiale in cambio della preferenza, né ad accettare proposte in tal senso provenienti da eventuali elettori. Mi impegno a evitare con la massima accuratezza ogni possibile rischio di infiltrazione mafiosa nel mio elettorato’”. Il Movimento Cinque Stelle, nel frattempo ha ricordato che già da tempo al suo interno si provvede nel valutare i curricula dei candidati considerando non solo i carichi penali pendenti, ma anche i reati prescritti. Tutti disponibili a far ‘passare al setaccio’ le proprie liste i i cinque candidati alla carica di sindaco di Cosenza: Gustavo Coscarelli, Valerio Formisani, Vincenzo Iacoianni, Mario Occhiuto, Enzo Paolini e Lucio Presta. Mentre le decine di arresti tra le fila delle cosche crotonesi nel nord Italia impongono una seria riflessione. Un’attenta analisi dei candidati in lizza per amministrare la città di Crotone sarebbe auspicabile. Attualmente per candidarsi alla carica di sindaco o consigliere basta godere del diritto di voto, attestandolo con il certificato elettorale.
Nella relazione presentata all’Ufficio di presidenza circa dieci giorni fa Bindi ha evidenziato l’impossibilità da parte della Commissione di fare un lavoro su tutte le liste delle amministrative, con 1.400 comuni che vanno al voto e 150mila candidati. Si è quindi optato per adottare una soluzione che consenta di attenzionare i Comuni più a rischio, una decina in tutta Italia tra cui Roma e Brescello. Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia, dovrà ora stilare una proposta per comunicare come intenda procedere. L’ultima soluzione era stata bocciata da Forza Italia che è tornata sul tema con Jole Santelli che chiede l’inserimento di Cosenza e Crotone tra i Comuni in cui dovranno essere attivati i controlli in cui la Bindi ha già detto permetteranno di ‘acquisire informazioni oltre il semplice dato giudiziario legato al carico pendente dei reati’. Per ora però bisogna ancora stabilire come, visto che la stessa Bindi aveva già affermato di non disporre delle risorse economiche e del personale necessario per vagliare le candidature.
