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A Cosenza ‘resiste’ la tendopoli dei migranti. No allo sgombero

Area Urbana

A Cosenza ‘resiste’ la tendopoli dei migranti. No allo sgombero

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Secondo giorno di protesta oggi in piazza XI settembre per un gruppo di migranti che attende risposte dal Prefetto.
 

COSENZA – Da giorni ormai circa trenta persone vagano per la città in cerca di un angolo in cui poter dormire. Le forze dell’ordine oggi hanno provato a smantellare la tendopoli allestita dai migranti davanti alla prefettura, per chiedere risposte alle istituzioni sul problema casa in città. Al fianco dei migranti ci sono gli attivisti del Comitato di lotta per la casa Prendocasa che stanno fornendo supporto ai ragazzi curdi e pakistani che per mesi hanno vissuto fra la stazione dei treni di Vaglio Lise e l’autostazione. Questa mattina, alcune tende sono state smontate dopo l’intervento delle forze dell’ordine ma la protesta continua e i migranti, insieme a Prendocasa, resteranno in piazza finché non si avranno risposte certe dalle autorità competenti. “A pochi metri dalla protesta – riporta una nota del comitato Prendocasa – c’è il neo assessore al Disagio Padre Fedele Bisceglia che però non ha ancora visitato la tendopoli d’emergenza”.
 

“Anche se in molti non vedono o fanno finta di non vedere – evidenzia Prendocasa – ogni giorno nella nostra città sono decine le persone escluse dai progetti di accoglienza per rifugiati o richiedenti asilo, persone ancora in attesa di riconoscimento del documento o di rinnovo del permesso di soggiorno, ed altrettante vengono scaricate dalle associazioni al termine del progetto e abbandonate alla loro sorte nella più totale indifferenza delle istituzioni. Persone costrette a dormire, sotto i ponti, sulle panche dei parchi, alla stazione o nei rifugi offerti dalla strada sono ormai purtroppo considerate ‘ordinaria amministrazione’. Le risposte delle istituzioni alle nostre richieste (la prefettura in questo caso) sono state quelle di provvedere da noi perché il sistema di accoglienza è ormai al collasso; perché non vi sono sufficienti finanziamenti atti a coprire il bisogno di tutti; perché non è escluso che a fronte del numero di sbarchi in continuo aumento procederanno, nei prossimi mesi, all’allestimento autogestito di tendopoli senza riconoscimento di pocket money; perché tra un migrante arrivato in Italia sul barcone, via mare, e uno che percorre la tratta balcanica, vengono privilegiati i primi perché più facilmente controllabili ed identificabili. Una guerra tra disperati, dunque, fomentata dalle stesse istituzioni, incapaci di affrontare strutturalmente la questione”.
 

migranti
 

“Negli ultimi anni – continua la nota – Prendocasa, nelle sue mobilitazioni, ha più volte denunciato lo stato delle cose in materia di immigrazione, il business che sta dietro il sistema dell’accoglienza ‘a chiamata’ e la guerra fomentata e orchestrata tra migranti di serie A e di serie B. Decine sono state le persone che con noi si sono riappropriati di un pezzo della loro dignità, conquistandosi un tetto dove dormire e rapportandosi con una comunità meticcia, fatta di italiani e migranti accomunati dagli stessi problemi di precarietà e povertà, con la quale lottare per riscattare la propria condizione sociale. Negli anni le occupazioni di Prendocasa hanno rappresentato l’unico riparo certo (insieme a pochi altri esempi) per tanti migranti costretti a stazionare a Cosenza per il rinnovo del permesso di soggiorno. Le occupazione di Portapiana e delle ex Canossiane, insieme ai locali del centro sociale, hanno rappresentato lo spazio dove ripararsi dal freddo e trovare supporto per il disbrigo delle pratiche burocratiche di riconoscimento e rinnovo documenti. Per anni decine di Migranti sono stati invitati a bussare alle nostre porte anche dalle istituzioni (prefettura, comune, questura) e associazioni ‘migrantologhe’; per anni il Prendocasa si è quasi sostituito alle istituzioni tamponando e contenendo la deflagrazione del fenomeno. Oggi siamo in piazza, in questa tendopoli di fortuna, per ‘salutare’ a nostro modo, attraverso reali pratiche di conflitto sociale, l’insediamento della nuova giunta cosentina, che con la nomina spettacolare del frate Fedele all’assessorato per la lotta alla miseria, alla povertà all’inclusione sociale, a parole sostiene la necessità come primo intervento di allestire uno spazio di accoglienza per poveri e migranti. Siamo qua per esercitare un reale controllo popolare e mobilitarci perché alle parole seguano i fatti. La loro priorità è un dormitorio, uno spazio di accoglienza, altrimenti avranno difficoltà a dormire (cit. Occhiuto/Fedele)? Ebbene ci sono quaranta persone, richiedenti asilo, che da tre mesi dormono nei capannoni delle officine di manutenzione dei treni alla stazione di Vaglio Lise, senza acqua, luce, servizi igienici, mangiati dalla polvere. Quaranta ragazzi (tra gli altri) che quotidianamente sono oggetto di vessazione da parte delle forze di polizia perché occupano abusivamente con i loro materassi e le loro coperte un luogo pubblico, che vengono quotidianamente identificati e portati in questura, perché scambiati per delinquenti e spacciatori, che sono scappati dalla loro terra con la speranza di riscatto dalla miseria e dalla guerra e che invece vivono alla stregua degli animali. Non abbiamo alcun interesse a stimolare la vostra sensibilità cristiana con il quadro appena dipinto. Siamo certi che la ‘questione immigrazione’ non può più essere trattata attraverso un meccanismo di cooptazione nelle fila di un governo di rappresentanti del mondo dell’esclusione, né tanto meno con sterili dichiarazioni di principio, gare di solidarietà o misure emergenziali. Serve ben altro, prima fra tutti una seria politica strutturale di accoglienza e di libera circolazione, perché i migranti non sono devianti da curare o bambini da accudire ne fonte di guadagno per i membri di un’associazione. Welcome refugees, ma veramente”.

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