Esperti della Procreazione Medicalmente Assistita a confronto (AUDIO)

Oggi il convegno sul tema “La preservazione della fertilità nelle pazienti affette da patologie benigne e maligne: dalla biologia alla clinica”

 

CATANZARO – Il primo evento formativo che coinvolge tutti gli addetti al settore oggi si ritroveranno al convegno sul tema “La preservazione della fertilità nelle pazienti affette da patologie benigne e maligne: dalla biologia alla clinica”. Esperti della riproduzione umana si confronteranno nella Sala Verde della Cittadella Regionale a Germaneto, su come garantire alla donna, in maniera trasversale e sinergica, le maggiori probabilità di tutela della fertilità.

Di fatto, si tratta del primo evento scientifico e formativo sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), promosso dall’Ordine Nazionale dei Biologi, Università Magna Graecia di Catanzaro e Associazione Scientifica Biologi Calabresi – con il Patrocinio della Regione Calabria, Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio, Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Catanzaro, Ordine delle Professioni Infermieristiche, Ordine delle Ostetriche e Società Italiana Embriologia Riproduzione e Ricerca (SIERR).

Nel corso del convegno ci sarà uno scambio formativo e multidisciplinare su diagnosi precoci, patologie connesse all’infertilità, strategie (chirurgiche, non chirurgiche) efficaci, diete consigliate e personalizzazioni dei trattamenti. Biologi, medici e tutti gli altri addetti ai lavori si confronteranno sui particolari aspetti connessi alla tutela della fertilità: dalla valutazione dei disturbi dell’ovulazione alle strategie alimentari a esse correlabili (saranno presentati i risultati degli studi clinici sull’applicazione della dieta ciclica – Cyclicity Diet – con effetti positivi sui casi di donne affette da PCOS, sindrome dell’ovaio policistico); dall’analisi della riserva ovarica ai fattori ambientali che influenzano la fertilità.

Molte statistiche dimostrano che la probabilità mensile di concepire un figlio è intorno al 20%, ma si riduce al 10% dopo i 35 anni e a valori ancora più bassi dopo i 40 anni e che sempre più donne cercano il concepimento tra i 35 e i 45 anni, a causa di condizionamenti di vario tipo, soprattutto sociali, con conseguenze sulla fertilità più evidenti nella donna che nell’uomo. È verificato che nella donna, dopo i 40 anni, la fertilità è fortemente ridotta, perché si riduce la riserva ovarica e la qualità delle uova disponibili. “Le donne sono infatti estremamente diverse dagli uomini – ha spiegato la Prof.ssa Roberta Venturella, Professore Associato di Ginecologia all’Università di Catanzaro, e Responsabile del nuovo Centro di Procreazione Medicalmente Assistita di III livello appena inaugurato all’Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro – questi ultimi producono spermatozoi nuovi ogni 3 mesi circa, mentre le donne ricevono in dono tutti gli ovociti nell’utero materno, uniche cellule del nostro corpo che non si riprodurranno mai”. Oltre al problema età, in un 30% dei casi l’infertilità può dipendere anche da problemi relativi alla struttura o alla funzione dell’apparato riproduttivo femminile o patologie benigne o maligne.

La prof.ssa Venturella su Rlb ha illustrato i dettagli del convegno e soprattutto i primi passi compiuti dal centro di PMA di Catanzaro da poco inaugurato

ASCOLTA L’INTERVISTA

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Per fortuna i moderni approcci di preservazione della fertilità e PMA offrono soluzioni sinergiche a vari livelli, per le donne meno giovani, o con patologie, tanto che in un anno, circa 13 mila bimbi sono nati grazie alle tecniche di procreazione medicalmente assistita e, nello stesso anno, circa 75 mila persone si sono rivolte ai centri di PMA per avere un bimbo.

“Negli ultimi anni l’esperienza clinica e le evidenze scientifiche raccolte confermano che è necessario un approccio multitasking per ottenere risposte efficaci e personalizzate sulle caratteristiche dei singoli, per questo l’impegno dei biologi a fianco dei medici sarà sempre maggiore” – ha sottolineato il Dott. Franco Scicchitano, Consigliere dell’Ordine Nazionale dei Biologi.

“Ogni donna va infatti tutelata nel difficile percorso della PMA, ma prima ancora va tutelata la sua salute riproduttiva – ha proseguito il Prof. Fulvio Zullo, Ordinario di Ostetricia e Ginecologia dell’Università Federico II di Napoli – e oggi la Calabria, in cui la PMA è inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza dal 2017, può contare su un centro pubblico di terzo livello di PMA, l’unico, presso l’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, con un’equipe di specialisti in grado di sostenere le coppie, dalla diagnosi di infertilità a tutto il processo di fecondazione assistita”.

“Embriologi, genetisti, biotecnologi, nutrizionisti sono una task force imprescindibile – ha concluso il Dott. Ennio Avolio, Presidente dell’Associazione Scientifica Biologi Calabresi – sia nel cooperare nella scelta dell’opzione più adatta alla singola coppia, sia nell’indirizzare e monitorare materiali e metodi di conduzione delle diverse opzioni”.

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