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Servono nuove discariche, la provincia di Cosenza rischia di restare con i rifiuti in strada

Cosenza

Servono nuove discariche, la provincia di Cosenza rischia di restare con i rifiuti in strada

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A partire da settembre se non verranno individuati i siti per smaltire i rifiuti sarĂ  emergenza. Per l’ecodistretto restano solo due Comuni candidati

 

COSENZA – Ecodistretto e nuove discariche, situazione ancora in fase di stallo. Oggi i sindaci della provincia di Cosenza si sono riuniti nella sala Quintieri del Teatro Rendano per tentare di trovare una soluzione all’emergenza rifiuti che potrebbe coinvolgere tutti i 150 Comuni a partire da settembre. Le province di Catanzaro, Reggio Calabria e Crotone rifiutano di continuare a smaltire la spazzatura cosentina. La Regione Calabria, che in oltre venti anni non è riuscita a risolvere il problema, pretende che nei prossimi giorni venga individuato il sito (o piĂ¹ siti) per costruire una nuova discarica e il luogo dove ubicare l’ecodistretto per stoccare i rifiuti. A chiarirlo è stato lo stesso dirigente del dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria Antonio Augruso con una frase perentoria e poco felice: «I tempi sono maturi, è ora di scegliere. Il gioco è finito». Affermazione aspramente contestata dal sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi. CiĂ² significa che se non sarĂ  presa una decisione in breve termine sarĂ  la stessa Regione ad individuare a sua discrezione il sito per l’ecodistretto e la discarica che accoglierĂ  i rifiuti dell’intera provincia di Cosenza. Per quest’ultima nelle prossime 48 ore tutti i 150 Comuni cosentini sono chiamati a valutare la possibilitĂ  di ospitare una nuova ‘buca’ nel proprio territorio.

 

 

Intanto Montalto Uffugo, Castiglione Cosentino (e quindi Rende), Torano Castello, Santa Caterina Albanese, Roggiano Gravina (cui sindaco ha affermato di non essere stato informato) e San Marco Argentano hanno ritirato la propria candidatura per la realizzazione dell’ecodistretto. Restano in piedi, ad ora, solo le proposte di Acri (che ha giĂ  ottenuto il parere favorevole del Parco Nazionale della Sila) e Castrovillari, mentre l’idea dell’ecodistretto a Castrolibero sembrerebbe irrealizzabile. Si tratta di un  impianto rivelatosi vincente e funzionale a Trento, dannoso e fallimentare a Salerno. Durante l’incontro l’ingegnere Martino che ha svolto le analisi dei siti e che si è aggiudicato giĂ  l’appalto per la progettazione dell’ecodistretto ha spiegato nel dettaglio come funzionerĂ .

 

 

A suo dire si tratta di una struttura a basso impatto ambientale “piĂ¹ ecologica di un centro commerciale” che ospiterĂ  l’intera filiera, separerĂ  i rifiuti per tipologia, avrĂ  al suo interno una bioraffineria che estrarrĂ  biogas dalla frazione umida e creerĂ  60 posti di lavoro. Una scelta contestata dalle associazioni ambientaliste presenti che sottolineano i disagi per la popolazione determinati dalla presenza della bioraffineria, metodo usato per smaltire l’organico ritenuto costoso, poco idoneo ed altamente impattante. L’ecodistretto dalle stime realizzate ad oggi, tratterĂ  600mila metri cubi di rifiuti solidi urbani per dieci anni, circa 270mila tonnellate l’anno. Gli scarti andranno in parte ad incenerimento, in parte nella nuova discarica. Rifiuti che attualmente vengono conferiti a Crotone, Celico e Cassano allo Jonio.

 

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