Calabria
Comparto sanità in sit-in davanti alle prefetture calabresi
Il comparto sanità oggi è sceso in campo per chiedere reclutamento di nuovo organico e, dall’altra, ad un intervento per il riconoscimento del servizio prestato dal personale che ormai da troppo tempo è titolare di incarichi precari e provvisori
COSENZA – In un comunicato stampa dei giorni scorsi le segreterie regionali di FP Cgil Alessandra Balda, Cisl Fp Luciana Giordano e Uil Fpl Elio Bartoletti, avevano rilevato il crescente malcontento del disagio lavorativo di tutto il personale sanitario e delle loro legittime proteste a causa delle violazioni dei loro diritti e istituti contrattuali per la carenza di organico, con ricadute negative sui carichi di lavoro e sulla turnazione nei servizi, con orari di lavoro sempre più pressanti e conseguenti turni di riposo e ferie non godute, con ricorso a straordinari e doppi turni di lavoro e centinaia di ore accumulate e non recuperate.
Situazioni che non garantiscono un’assistenza in sicurezza, che espongono gli operatori sanitari a rischi per la loro stessa salute e per quella dei pazienti e che rimangono irrisolte, nonostante gli esposti alle Direzioni Provinciali del Lavoro, come dimostrano gli episodi, sempre più frequenti, di aggressione al personale ospedaliero e dei servizi di emergenza-urgenza territoriali
ANCORA NESSUNA NOMINA ALLA DIRIGENZA DELL’ASP DI COSENZA
«Anch’io stamattina ho partecipato davanti alla Prefettura di Cosenza al presidio dei sindacati Cgil, Cisl e Uil sull’emergenza sanitaria calabrese. Un sit-in di protesta organizzato davanti alle Prefetture della Calabria per chiedere “un confronto risolutivo dei problemi del Servizio sanitario regionale con il governo». Carlo Guccione in una nota stampa dichiara ancora: «Una manifestazione che assume un significato maggiore il giorno dopo la bocciatura al tavolo interministeriale Adduce che si è tenuto a Roma. I tecnici dei ministeri dell’Economia e della Salute hanno sottolineato l’ennesimo esito negativo di questi incontri a dimostrazione della grave inefficienza in cui è costretta ad operare il Dipartimento Salute della Regione che ad oggi non è in grado di fornire tutti gli elementi utili e gli atti necessari per valutare lo stato reale della situazione sanitaria calabrese ai due Ministeri.
Nulla di fatto, dunque, sullo sblocco del turn over, sulla garanzia dei Livelli essenziali di assistenza. Anzi si è registrato un peggioramento della situazione finanziaria, con conti sempre più in rosso. Ma la cosa più grave è che ancora non sono stati nominati i direttori generali importanti aziende sanitarie e ospedaliere, tra cui quelli dell’Asp di Cosenza. Quest’ultima è tra le più grandi d’Italia per estensione territoriale e complessità orografica con oltre 750mila abitanti e un bilancio di oltre un miliardo che serve a gestire la sanità territoriale, tre ospedali Spoke con quasi seimila dipendenti con un’età media di circa 55 anni. È da mesi che l’Asp di Cosenza è senza una guida e con un reggente che garantisce a malapena l’ordinaria amministrazione. È ora di voltare pagina per evitare che la situazione si aggravi ancora di più producendo danni devastanti per tutti i cittadini con il rischio di veder messa a repentaglio la propria salute»
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