Cosenza
La lettera: “in visita al Duomo di Cosenza troviamo buio e scortesia”
Pubblichiamo la lettera arrivata in redazione da parte di una cittadina che dopo molti anni aveva avuto il desiderio di tornare a visitare il Duomo “non si accolgono così i turisti nel luogo simbolo di Cosenza”
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COSENZA – “Alla cortese attenzione della redazione del giornale on-line QuiCosenza.it. Sono una cittadina di Rende, ma nata e cresciuta fino alla maturità nella città di Cosenza. Mi sono trovata, assieme a mio marito, a dovermi recare di mattina nella parte storica della città per motivi personali, percorrendo corso Telesio proprio all’altezza del Duomo di Cosenza. Il mio desiderio di visitare la nostra meravigliosa Cattedrale è stato grande. Mancavo da lì da molti anni anche perché trovo difficoltà nel muovermi in quanto disabile. Ma il nostro disappunto, oserei dire quasi dolore, si è manifestato già nel momento stesso in cui siamo entrati. Il Duomo di Cosenza, che ha anche ottenuto il significativo riconoscimento di Patrimonio Unesco testimone di una cultura di pace (”Un faro per migranti dai diversi paesi ai quali continua ancora oggi a proporsi come luogo di incontro fraterno”) era completamente al buio. Non vi era nessuna, dico nessuna, luce accesa, neppure una candela sull’altare. La poca luce presente filtrava dai tre rosoni posti sul portale d’ingresso. Che tristezza quasi ad avere paura ad entrare nel luogo che dovrebbe invece rappresentare il simbolo storico e culturale della città“.
“Ci avviciniamo ad una ad una, a tutte le tre acquasantiere per segnarci col segno della croce. Ma la rabbia diventa immensa avendole trovate vuote, asciutte e “inaridite”. Ci guardiamo intorno e non vediamo nessuno, nemmeno un’anima a cui rivolgerci. Cerchiamo allora la sagrestia con la speranza di trovare il parroco o, a limite, il sagrestano. E invece ci imbattiamo in una donna scostante e con fare poco educato la quale, ascoltando il nostro disappunto specie per il buio presente nella cattedrale, ci apostrofa in modo a dir poco ineducato rispondendoci: ”perché?, la bolletta della luce poi la pagate voi?”.
“A questo punto chiediamo chi fosse e perché solo lei si trovasse in quel luogo sacro. La risposta è stata ancora più inqualificabile “sono un volontaria perché qui non c’è nessuno….”. Poi si è allontana per ricomparire, con fare seccato, con in mano un bidoncino di plastica (simile a quello della candeggina) con il quale ha versato l’acqua benedetta, (sarà poi vero?) nelle acquasantiere. Che rabbia, che tristezza: la nostra Cattedrale così accoglie i fedeli che vogliono entrare e dire una preghiera? Così vogliamo accogliere i turisti che vogliono visitare la nostra bella Cattedrale nel centro storico? Sembra questo il modo di accoglierli? Tramite il vostro giornale rivolgo queste domanda a chi di dovere. A me e a mio marito resta il rammarico, nonché il disappunto per quanto sopra esposto”.
Lettera firmata



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