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Cosenza, direttore Malattie Infettive: “Coronavirus, siamo attrezzati. No allarmismo”

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Cosenza, direttore Malattie Infettive: “Coronavirus, siamo attrezzati. No allarmismo”

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Cosenza ospedale Annunziata 6

A Cosenza esiste una folta comunità di cittadini cinesi che vive, lavora e ha diverse attività sul territorio cittadino e in provincia. Il dott. Antonio Mastroianni rassicura: “non c’è alcun motivo di allarmismo”

 

COSENZA – Dopo il caso sospetto di Reggio che è poi rientrato anche in Calabria c’è preoccupazione per l’epidemia che sta colpendo la Cina e che, ora dopo ora, fa salire il numero delle vittime, che hanno già superato quelle decedute a causa della Sars. Uno spiraglio importante è arrivato grazie allo staff dello Spallanzani di Roma che è riuscito ad isolare il virus così da poterlo studiare e combattere. Ma come sta reagendo Cosenza a questa epidemia, essendo una città dove vivono tantissimi cinesi? Molti di questi infatti, sono persino nati qui, altri hanno diverse attività commerciali ma spesso su di loro si abbatte il ‘pregiudizio’ e la paura, che – spiega il direttore dell’Unità Operativa Complessa Malattie Infettive e Tropicali dell’azienda ospedaliera di Cosenza, dott. Antonio Mastroianni – è ingiustificata”. Facciamo il punto su fake news e realtà.

“Vogliamo rasserenare la popolazione: no isteria”

“A Cosenza non vi è alcuna presenza di casi sospetti e anche quelli che ci sono stati nella nostra regione erano provocati da infezioni stagionali, ovvero l’influenza. Per quanto riguarda l’impatto sull’opinione pubblica, riceviamo continue telefonate di utenti – spiega il dott. Mastroianni – che chiedono informazioni e vogliamo rasserenare la popolazione di fronte ad un rischio che è molto molto basso. Siamo di fronte ad un’isteria inesistente sulla base scientifica.  L’isterismo al quale mi riferisco è rompere questa sorta di paura che non ha nessuna base scientifica. Possiamo andare nei ristoranti o nei negozi cinesi e non dobbiamo ‘scansare’ nessuno.  Non abbiamo individuato nessun caso e non abbiamo avuto casi in osservazione nella provincia. Siamo attrezzati e allertati. Ma in realtà in Europa non è epidemica e le unità operative di malattie infettive della regione sono assolutamente attrezzate per affrontare le emergenze”.

Il dott. Mastroianni sottolinea ai microfoni di RLB come “i protocolli siano attivati da anni e vengono applicati con analoghe caratteristiche per affrontare questa forma infettiva nuova. Non si fa nulla di diverso rispetto a quanto messo in campo per l’eventuale arrivo della Sars, o il rischio antrace di circa venti anni fa e dei virus stagionali che ogni anno si ripetono”.

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Prevenzione e contagio

“Si tratta di mettere in atto le precauzioni cosiddette ‘standard‘, quelle norme di igiene personale e di comunità raccomandate per prevenire l’influenza stagionale, né più e né meno. Il contagio infatti, può avvenire solo per via respiratoria attraverso le ‘goccioline’ emesse con starnuti o colpi di tosse o con l’azione legata al parlare. Il rischio si riferisce ad un contatto stretto, ravvicinato e prolungato con una persona che ha dei sintomi. L’infezione trasmessa da chi ha in incubazione il coronavirus è estremamente rara. L’incubazione che arriva a 14 giorni in realtà, non rappresenta un rischio per la comunità. Sono rarissimi i casi segnalati di contaminazione ambientale da parte di chi è portatore del virus nella fase asintomatica”. 

Il direttore dell’Unità dell’Unità Operativa Complessa Malattie Infettive e Tropicali dell’azienda ospedaliera di Cosenza, spiega che oltre ad essere attivo il numero verde 1500siamo ovviamente disponibili a fornire tutte le informazioni utili ai nostri utenti che possono telefonare al centralino della nostra azienda ospedaliera ma ripeto, dovrebbe essere diffusa una certa cautela nel rilasciare delle impressioni non vere”. I cittadini dovrebbero stare più attenti all’influenza stagionale che fa più vittime del Coronavirus: “Colgo l’occasione dell’argomento per consigliare alla popolazione di sottoporsi alla vaccinazione stagionale per l’influenza”.

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