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Parlamentari M5S lanciano allarme: “troppi incendi in siti rifiuti, in atto una guerra?”

Calabria

Parlamentari M5S lanciano allarme: “troppi incendi in siti rifiuti, in atto una guerra?”

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Parentela con altri deputati con un’interrogazione chiedono ai ministri dell’Ambiente, dell’Interno e della Giustizia “di quali notizie dispongano circa la matrice degli episodi” e “quali iniziative di competenza intendano assumere per garantire la tutela dell’ambiente e per scongiurare infiltrazioni o condizionamenti della criminalità organizzata”

CATANZARO – “La Calabria brucia ogni giorno: dal Reggino alla Locride, dal Catanzarese fino al Lametino e alla Sila. È in atto una guerra sui rifiuti, come dimostrano i continui roghi, sospetti, in aree di smaltimento o trattamento”. Paolo Parentela, deputato del M5S, lancia l’allarme, con una specifica interrogazione firmata pure dagli altri parlamentari 5 Stelle Barbuto, Dieni, D’Ippolito, Melicchio, Sapia, Scutellà eTucci ai ministri dell’Ambiente, dell’Interno e della Giustizia. Nell’interrogazione si chiede loro “di quali notizie dispongano circa la matrice degli episodi” e “quali iniziative di competenza intendano assumere per garantire la tutela dell’ambiente e per scongiurare infiltrazioni o condizionamenti della criminalità organizzata nella gestione del ciclo dei rifiuti nel territorio calabrese”.

Parentela e gli altri parlamentari si pongono il dubbio a proposito della sequenza di incendi in vari luoghi di lavorazione dei rifiuti. “Una successione meccanica – è scritto nel testo – che lascia supporre l’esistenza di una precisa strategia, forse perfino dettata dalla ‘ndrangheta, in un momento particolarmente delicato per la gestione dei rifiuti sul territorio calabrese, segnata da forti criticità, tra cui l’assenza di impianti di trattamento, la lunga gestione con continue ordinanze in deroga del presidente della Regione, la perdurante carenza di discariche pubbliche e, come da ultimo pubblicamente rappresentato dal magistrato Marica Brucci, la debolezza del sistema dei controlli e le accertate pratiche di smaltimento illecito, specie nel Lametino, finanche con la falsificazione dei formulari di trasporto”.

“A tutto ciò – è detto nell’atto parlamentare – bisogna aggiungere la possibilità, per ditte con potenziali problemi di infiltrazioni mafiose, già evidenziata dal deputato Giuseppe d’Ippolito, di iscrizione all’Albo gestori ambientali aggirando la certificazione antimafia o comunque mediante operazioni di trasferimento di sede o cambi di intestazione. A riguardo non ho ancora capito – conclude Parentela – la posizione dell’assessore Ultimo, visto che rispetto alla lotta alle mafie e alla tutela dell’ambiente vanta competenza, esperienza e coraggio”.

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