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Cosenza, scoperti 21 “furbetti” dei buoni spesa. C’è anche un assicuratore

Area Urbana

Cosenza, scoperti 21 “furbetti” dei buoni spesa. C’è anche un assicuratore

Il sostegno viene erogato dai Comuni a chi ha difficoltà economiche legate all’attuale emergenza sanitaria. Il caso dell’agente assicurativo

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Guardia di finanza Cosenza 9

COSENZA – I Finanzieri di Cosenza e San Giovanni in Fiore hanno individuato 21 soggetti che hanno percepito indebitamente i “buoni spesa”, rilasciati da alcuni Comuni della provincia per sostenere le famiglie in condizioni di disagio economico a causa della situazione pandemica. Sono stati passati al setaccio gli elenchi dei percettori dei sussidi economici erogati dai Comuni di Cosenza, Luzzi, Rovito e San Giovanni in Fiore, a partire dal primo lockdown e nei periodi successivi, al fine di consentire agli istanti di acquistare generi alimentari e beni di prima necessità. I controlli sono scaturiti dall’analisi preliminare delle graduatorie finali fornite dai Comuni e sono proseguiti con il riscontro delle informazioni rilasciate dai richiedenti nelle autocertificazioni, comprensive anche delle posizioni dei rispettivi nuclei familiari.

Incrociando le risultanze delle  banche dati in uso alla Guardia di Finanza, è stato accertato che 16 trasgressori hanno fruito indebitamente dei “buoni spesa” (di importo variabile tra 100 e 400 euro), per avere falsamente dichiarato di non aver percepito redditi nel periodo emergenziale, mentre, in realtà, hanno continuato a svolgere regolarmente l’attività lavorativa ed a ricevere lo stipendio dai rispettivi datori di lavoro.

Altre quattro persone hanno usufruito, nello stesso periodo in cui percepivano i “buoni spesa” del sussidio derivante dal Reddito di Cittadinanza, così trasgredendo alle vigenti disposizioni in materia che vietano il cumulo di provvidenze pubbliche.

Il caso dell’agente assicurativo

E’ certamente eclatante la vicenda che ha visto protagonista un agente assicurativo, il quale nell’istanza tesa ad ottenere il contributo non ha inserito sia i propri redditi dichiarati nel 2020, ammontanti ad oltre 60.000 euro, sia quelli percepiti dal coniuge, di professione promotore finanziario, che nell’ultimo decennio è risultato aver omesso di presentare le previste dichiarazioni fiscali.

Gli autori delle false certificazioni sono stati segnalati alla Prefettura di Cosenza per le conseguenti sanzioni amministrative, ed agli Enti Locali interessati per l’avvio delle procedure di recupero del beneficio economico indebitamente fruito.

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