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Sanità, Occhiuto su reclutamento medici «serve riforma coraggiosa»

Calabria

Sanità, Occhiuto su reclutamento medici «serve riforma coraggiosa»

“Ci hanno mandato generali dei Carabinieri o della Guardia di Finanza, spesso senza nessuna competenza in materia di organizzazione sanitaria” afferma il presidente della Regione

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CATANZARO – Torna sul tema della sanità in Calabria il presidente della Regione Occhiuto che, intervistato su La7 racconta di aver trovato “un sistema sanitario in macerie”. «Sono commissario da un anno e lo sono perché prima di me per 12 anni la sanità della Calabria è stata guidata dal governo nazionale. Per intenderci, non c’è stato un assessore calabrese che si occupasse di governare la sanità, piuttosto ci hanno mandato generali dei Carabinieri o della Guardia di Finanza, spesso senza nessuna competenza in materia di organizzazione sanitaria. Questi commissari dovevano realizzare due cose: migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e accertare il debito della sanità. Non hanno fatto niente». 

Occhiuto intervenendo a “Omnibus” ha poi sottolineato di essere riuscito in un anno «a dimostrare che la sanità calabrese non è in deficit. Ho addirittura un avanzo di amministrazione quest’anno, e accerteremo entro fine anno, grazie anche alla collaborazione della Guardia di Finanza, il debito. C’è dunque una grande responsabilità del governo nazionale verso la Calabria, anche se il commissariamento è avvenuto perché la politica calabrese negli anni precedenti aveva fatto disastri».

Il reclutamento dei medici e i pronto soccorso

«Ma sulla sanità vorrei che il governo si occupasse davvero delle riforme che servono a tutto il Paese, e ancor di più alla Calabria. Ad esempio, c’è un problema gigantesco che riguarda il reclutamento dei medici che è stato trascurato, anche perché per anni gli Ordini dei medici si sono opposti al numero aperto nelle Università, e non si è investito sulle specializzazioni che sarebbero servite nelle corsie degli ospedali».

«Oggi abbiamo difficoltà a reperire medici e a tenere aperti i pronto soccorso, soprattutto in quegli ospedali come Polistena, Locri o Gioia Tauro, nei quali i medici non vogliono andare. Ma sta accadendo anche che molti medici italiani si dimettono dal sistema sanitario pubblico per andare a lavorare a gettone nelle cooperative, dove guadagnano anche dieci volte di più, facendo spendere al sistema sanitario cifre enormi. Inoltre, tanti giovani medici italiani preferiscono lavorare all’estero, e purtroppo di queste cose la politica nazionale negli ultimi anni non si è accorta. La sanità – ha concluso Occhiuto – è uno di quei settori dove oltre alle risorse occorrono riforme coraggiose nella direzione di consentire ai medici italiani di lavorare in sicurezza negli ospedali e di essere retribuiti come meritano».

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