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Assaltarono il Mc Donald’s: condannati
COSENZA – L’assalto si paga con la condanna. S’รจ concluso, con il rito abbreviato, il processo a carico di
Francesco Tornello, 43 anni (difeso dagli avvocati Roberto Loscerbo e Francesco Cappuccio), Carlo Cannata, 42enne e Gianluca Carmine Maestri 25 (entrambi assistiti dal legale Amelia Ferrari), finiti alla sbarra con l’accusa di aver, in una domenica di settembre, assaltato e fatto irruzione, alle 15, all’interno del Mc Donald’s di Zumpano, gremito come non mai di bambini e famiglie. I tre, comparsi davanti al gup, sono stati condannati a quattro anno di reclusione. La richiesta di condanna nei loro confronti, era stata sollecitata, a gran voce, dal sostituto procuratore Salvatore Di Maio che ha ereditato l’inchiesta dal collega pm Giuseppe Visconti.
LE MANETTE – L’arresto dei due 42enni Tornelli e Cannata e del 25enne Maestri, come si ricorderร , era avvenuto, in maniera carambolesca, nel tardo pomeriggio di domenica 30 settembre, dopo che i tre, armati ed incappucciati, avevano fatto irruzione all’interno del Mc Donald’s di Zumpano, seminando il panico tra i dipendenti e i clienti. L’arresto dei tre, inoltre, era stato facilitato dalla telefonata di una dipendente del noto locale che, non vista dai rapinatori, s’era chiusa in uno stanzino e con il suo telefono cellulare aveva allertato il 112. I tre malviventi, tutti con alle spalle un curriculum delinquenziale ricco di precedenti di ogni specie, erano stati arrestati, per mano dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Cosenza, coordinati dal maresciallo Domenico Lio, al termine di un inseguimento che, partito da Zumpano, s’era concluso lungo la strada che conduce nel ventre della cittร vecchia lungo la lingua d’asfalto di Cosenza Casali. Un inseguimento, durante il quale i tre, a bordo di un’auto, una Fiat Uno, poi risultata rubata, non avevano esitato a cercare di speronare l’auto degli inquirenti, nel tentativo di seminarli e sfuggire alla cattura. La determinazione del maresciallo Domenico Lio e dei suoi uomini, in prima linea nel fenomeno di controllo e repressione del fenomeno rapine, riesploso brutalmente, con un’escalation spaventosa di assalti ad esercizi commerciali e che ha fatto precipitare nel tunnel della paura commercianti e cittadini, ha avuto la meglio. I carabinieri, infatti, dopo averli costretti alla “resa”, avevano fermato i tre, ammanettandoli e perquisendoli. E dalla perquisizione nell’auto erano saltati fuore le pistole, tutte giocattolo, ma mancanti del tappo rosso, tolto per farle sembrer vere, i passamontagna, utilizzati per coprirsi il volto e il bottino di 1500 euro. Tre indizi schiaccianti che avevano incastrato i tre, facendoli finire dietro le sbarre del carcere di via Popilia.



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