Autostrada del Mediterraneo: due vite stroncate nel ‘curvone maledetto’, parlano i familiari

Tiziana e Mattia sono morti a distanza di poche settimane nello stesso tratto di autostrada. La mamma del 19enne: «I pochi incidenti non mi rassicurano»

COSENZA – Una curva maledetta. Al chilometro 264 dell’Autostrada del Mediterraneo, in provincia di Cosenza, in corrispondenza del viadotto San Martino, nel 2019 sono stati 12 gli incidenti per sbandamento con due giovani che hanno perso la vita a distanza di poche settimane. Si tratta della 34enne Tiziana Colosimo e del 19enne Mattia Albace. Il tratto di strada ormai dissequestrato, secondo la Procura di Cosenza, sarebbe stato realizzato con materiali scadenti non rispettando il capitolato d’appalto e penalizzando la tenuta di strada in caso di pioggia. Sono infatti attualmente 15 gli indagati accusati a vario titolo di omicidio stradale e frode in pubbliche forniture per il decesso dell’adolescente di Conflenti. Il pm Domenico Frascino ha chiesto lo stralcio di alcune posizioni (Antonio Procopio, Sandro Assunto, Antonio Armentano, Raffaele Frassetti, Remo La Manna, Giuseppe Loria, Salvatore Rizzuto, Antonio Mangiola), Venturino Veltri coordinatore del progetto, Massimo Mastroianni direttore dei lavori, Luigi Mupo responsabile unico procedimento, Gianluca Fiore procuratore dell’Ati aggiudicataria dell’appalto, Guido e Francesco Gugli direttori tecnici della Stradedil srl.

Archiato il giudizio per Alessandro Perri

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cosenza – Claudia Pingitore – in accoglimento della richiesta del P.M. Domenico Frascino, in data 18\10\2023, ha decretato l’archiviazione, fra le altre, della posizione di Alessandro Perri, imprenditore di Santo Stefano di Rogliano (CS), che lo aveva visto, ab origine, co-indagato in relazione al decesso del giovane Mattia Albace, occorso, in data 19\12\2019, nel tratto compreso tra gli svincoli di Rogliano e Cosenza Sud dell’Autostrada A2. “Il provvedimento delibatorio del Tribunale di Cosenza attesta, quindi, l’assoluta ed integrale correttezza della condotta, personale e professionale, del Perri, ritenuto estraneo a qualsivoglia addebito e\o censura mossi, nella fase primigenia del procedimento, allo stesso”, dichiara il legale Pierluigi Pugliese.

autostrada a2 tratto lavori

Incidenti nel curvone maledetto dell’Autostrada del Mediterraneo

I dati forniti dalla sottosezione autostradale di Cosenza Nord del Compartimento Polizia Stradale per la Calabria rivelano una netta riduzione degli incidenti nel famigerato curvone. Tra Cosenza Sud e Rogliano nel 2020 dei 48 sinistri rilevati, solo uno è avvenuto con “modalità sbandamento” al chilometro 264,750; nel 2021 ne è stato registrato 1 su 51, nel 2022 zero su 59 e nel 2023 zero su 25. Ad influire potrebbe essere stato non solo il sequestro, ma anche i continui restringimenti di carreggiata e l’intervento sul manto stradale con la creazione di uno strato per aumentare l’aderenza all’asfalto delle auto in transito.

incidente mattia albace

I genitori del giovane Mattia attendono giustizia

Sabina e Raffaele, genitori del giovane Mattia, attendono giustizia. Con determinazione intendono capire cosa realmente sia successo quella mattina del 19 dicembre 2019 quando loro figlio è uscito di casa senza mai più farvi ritorno. «Stavamo per pranzare – ricorda il padre – quando ha bussato alla porta un carabiniere della stazione di Conflenti. Mi ha chiesto se mio figlio aveva quel tipo di macchina e ovviamente allarmato ho chiesto perché cosa fosse successo e mi ha detto: “C’è stato un incidente, deve venire in obitorio”.

Si è offerto volontario per accompagnarmi, ma ho rifiutato. Siamo andati a prendere nostra figlia a scuola e l’abbiamo portata dai nonni, non abbiamo detto nulla, ma ha subito capito che era successo qualcosa di gravissimo a Mattia. Arrivati a Cosenza abbiamo atteso un’eternità per vederlo. È stato tre giorni in obitorio. Abbiamo cercato di capire cosa fosse successo, non pensavamo a un’azione legale, ma al fatto che non vi fosse più nostro figlio. Per noi è importante che qualcuno paghi perché Mattia: non era ubriaco, non era sotto effetto di stupefacenti, non era al cellulare e non correva. Non si può accettare di morire ad 80 all’ora in autostrada contro un furgone che sta eseguendo lavori di messa in sicurezza».

opera mattia albace

La mamma di Mattia: «I pochi incidenti non mi rassicurano»

«Mattia si era diplomato al liceo artistico Lucrezia Della Valle, – racconta la mamma – era iscritto all’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro. Veniva spesso a Cosenza perché voleva creare un laboratorio di scultura nel centro storico e aveva già trovato collaborazioni, anche con i Giardini di Shiva, per realizzarlo. Due giorni prima aveva deciso di voler seguire un corso di laurea in Criminologia online in una di quelle università telematiche e doveva venire a Cosenza per informarsi sulla documentazione da presentare. In più doveva comprare le ultime cose che gli sarebbero servite per allestire la sua mostra di quadri e sculture al Palazzo della Cultura del Comune di San Mango d’Aquino che sarebbe stata inaugurata da lì a qualche giorno, il 21. Si era attivato, lo aveva proposto al sindaco che di buon grado ha accolto la sua idea. Era entusiasta». «La sua ultima opera, – precisa Raffaele Albace – l’abbiamo recuperata in macchina, allo sfascio, era sotto ad un sedile ancora intatta. Raffigura due innamorati che si baciano. Con lo scultore Pino Miniaci ha realizzato due opere una a Fuscaldo sul lungomare e un’altra a Rogliano nel rione Cuti. Ogni tanto lo accompagnavo quando partecipava a queste iniziative e ci divertivamo, ridevamo tanto insieme». «Il fatto che non ci siano stati più incidenti – tuona mamma Sabina – non ci rassicura. Se fosse vero che hanno sistemato il tratto stradale e non si sbanda più forse la sua morte è servita a qualcosa. Il problema è che non dovrebbero succedere incidenti mortali prima di intervenire».

Tiziana Colosimo

La sorella di Tiziana Colosimo: «Non sappiamo esattamente cosa sia successo»

Il 7 novembre 2019, poche settimane prima della morte di Mattia a perdere la vita era stata una ragazza di Colosimi, Tiziana. «Quel giorno piovigginava e mia sorella – ricorda Nadia Colosimo – è sbandata in curva. È finita nell’altra corsia del restringimento di carreggiata schiantandosi contro un camion. Ed è morta. Non sappiamo esattamente cosa sia successo. Dicono sia scoppiata una gomma, ma non si sa se prima o dopo l’impatto. Siamo solo certi che non stesse correndo: andava ad 80 chilometri orari e non aveva il cellulare in mano perché è stato verificato che non lo aveva usato negli ultimi suoi 30 minuti di vita. Tiziana abitava in casa con i miei e stava lavorando come parrucchiera. Era una ragazza autonoma e indipendente. Quella sera era uscita per fare un giro, stava raggiungendo i suoi amici. Per lavoro, passo spesso da quel tratto di autostrada. Un altro incidente nello stesso punto l’ho visto con i miei occhi dopo circa un paio di anni, però non c’erano stati morti o feriti. C’era una macchina ribaltata. Ho pensato che fosse strano e mi sono chiesta perché quella curva fosse così pericolosa. Abbiamo deciso di ritirarci dal procedimento giudiziario, chiudere tutto e riscuotere un piccolo risarcimento, del tutto simbolico, che ci ha versato l’assicurazione. Una cifra irrisoria, pochi spiccioli. Non volevamo far subire ai miei genitori questa agonia. Per i miei familiari sarebbe stata una sofferenza infinita, significava riaprire la ferita ogni volta che si tornava in Tribunale».

 

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