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Appaltopoli, la ‘ndrangheta ‘lavora’ a Milano con le rumene in ufficio

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Appaltopoli, la ‘ndrangheta ‘lavora’ a Milano con le rumene in ufficio

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MILANO – Sette persone in manette. La politica stringe la mano alla ‘ndrangheta e firma contratti, pagando con i soldi dei contribuenti.

Ennesimo caso di collusione tra ‘ndrangheta e pubblica amministrazione. Succede a Milano dove sette persone sono state arrestate con l’accusa di corruzione abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture ed altro, dai Carabinieri della Compagnia di Desio che stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio del Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Monza. Fra gli arrestati spiccano alcuni funzionari pubblici della Brianza. Dagli accertamenti è stato possibile provare l’esistenza di un sistema corruttivo strutturato e collaudato, un meccanismo rodato che ha consentito l’aggiudicazione di svariate gare d’appalto ai destinatari del provvedimento restrittivo in attesa di giudizio.Le indagini, in corso da più di un anno, hanno consentito di portare alla luce legami diretti e indiretti tra alcuni degli imprenditori indagati e soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta, organici alla “locale” di Desio, gia’ coinvolti nell’indagine “Infinito” il maxi-blitz nella zona grigia che portà in aula 119 imputati scoperchiando una rete di relazioni tra politica, massoneria, imprenditoria e ‘ndrangheta all’ombra del Duomo. Dei 119 nella sentenza di primo grado emessa a Marzo, ben 110 imputati sono stati condannati nel maxiprocesso che ha così inferto un duro colpo alle cosche lombarde.

 

Le anomalie sarebbero state rilevate a partire dalla segnalazione fatta dal capo dell’ufficio contratti e appalti del Comune di Desio. Di fronte ai carabinieri il funzionario pubblico pare lamentasse l’andirvieni di donne per lo più romene, dall’ufficio di Roberto Santambrogio, suo sottoposto, che lasciava anche spesso la scrivania in orario di lavoro per raggiungere gli imprenditori che, secondo quanto accertato dalle indagini, ottenevano gli appalti grazie ai consigli che gli dava lo stesso Santambrogio. Secondo quanto accertato dai militari l’uomo aveva la possibilita’ di parcheggiare durante le ore di lavoro la sua auto in un parcheggio messo a disposizione del Comune e le targhe che aveva fatto autorizzare per accedere a quel parcheggio non erano solo quelle delle sue auto, ma anche di auto guidate dalle donne che gli facevano visita durante l’orario di ufficio. Nel sequestro seguito agli arresti i militari hanno confiscato presso l’abitazione di Santambrogio anche quattro rolex di cui uno dal valore di 22mila euro e 16mila euro probabili ‘regali’ che il tecnico dell’ufficio appalti avrebbe ricevuto dopo aver pilotato almeno tre gare, fornendo indicazioni alle imprese i cui responsabili sono anche loro stati arrestati.

In manette, oltre a Santambrogio, e’ finito un suo collaboratore, Maurizio Manzotti, 59 anni, geometra. Fra gli imprenditori arrestati invece campeggia il nome di Stefano Parravicini, 36 anni, titolare della Valera Scavi srl una delle aziende che avrebbe indebitamente ottenuto appalti dal Comune. Il nome di Parravicini era gia’ emerso nel 2010 nell’ichiesta Infinito che aveva smantellato una costola della ‘Ndrangheta in Lombardia. Accanto a lui Rosario Britti, 46 anni, nipote di Domenico Pio, condannato a 16 anni, sempre in seguito all’inchiesta infinito; Alfredo Crotti, 80 anni, imprenditore, posto agli arresti domiciliari; Pietro Corati, 40 anni, collaboratore di Parravicini; Giovanni De Michele, 39 anni, ingegnere impiegato al Comune di Solaro. Le gare finite sotto la lente degli investigatori sono 4. Le prime tre a Desio riguardano forniture per un servizio di ripulitura neve dalle strade per un totale di 86mila euro; lavori di manutenzione di segnaletica stradale per un totale di 350mila euro; manutenzione ordinaria e straordinaria di strade e marciapiedi per un totale di 100mila euro e manutenzione stradale e sgombero neve per il comune di Solaro per un totale di 350mila euro. Secondo gli investigatori i funzionari arrestati avevano “frequentazioni continue con gli imprenditori” ai quali consigliavano come fare i bandi per poi poterli vincere. Dalle indagini e’ emerso che “gli arrestati si muovevano con estrema disinvoltura – ha dichiarato Cataldo Pantaleo, comandante della Compagnia dei carabinieri di Desio – mentre i dipendenti collusi anziche’ curare gli interessi pubblici favorivano gli imprenditori”. 

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