COSENZA – I lavoratori di Ferrovie della Calabria sono sul piede di guerra dopo il mancato rinnovo dei contratti da parte dell’azienda che aveva risposto ai lavoratori dichiarando come ‘necessaria’ la disdetta degli accordi.
“Dai media, finalmente scopriamo la verità su quello che si nasconde dietro la proposta che Ferrovie della Calabria ha presentato ai sindacati, leggiamo: ‘… al fine di consolidare la capacità produttiva ed economica aziendale e prepararsi alle ormai imminenti sfide che il mercato pone, si è ritenuto avviare un processo di razionalizzazione e armonizzazione della contrattazione di II° livello che premi il lavoro e la produttività’. Peccato che a pagare questo caro prezzo, verso la privatizzazione dell’azienda, debba essere solo il personale che tira avanti la baracca, autisti, operai e impiegati mentre le figure apicali, geniali nell’elaborazione della proposta, sembra siano stati molto attenti a rimanere fuori da questo provvedimento”. Così scrivono in una nota il sindacato SUL che rappresenta i lavoratori.
Non possiamo credere che un management così attento a razionalizzare i costi, armonizzando la contrattazione che implica diritti quesiti, abbia avviato un percorso di promozioni interne senza comunicare quali tagli di spesa e/o provvedimenti di razionalizzazione e armonizzazione intende attuare o ha già attuato per le restanti professionalità interne e le figure apicali.
Se come leggiamo l’obiettivo – a dire di Ferrovie della Calabria – è quello di eliminare i “privilegi non più accettabili”, forse poteva riflettere anche (o soltanto) sugli Affidamenti dei Servizi di Consulenza; sulla Indennità Pos(Posizione Organizzativa Speciale), sugli Incentivi tecnici che nel 2023 hanno comportato forse senza titolo una spesa di € 477.174,90, sul Servizio turistico Treno della Sila (con spese e rimborsi derivanti da questa attività), sui costi di gestione di Lorica, sull’accanimento a proseguire i Contenziosi Legali pur nella consapevolezza che e rivendicazioni dei lavoratori sono fondati e sui Premi di Produzione che, come si evince dai dati pubblicati in Società trasparente, parrebbe siano stati riconosciuti anche in piena emergenza COVID allorquando i dipendenti tutti sono stati posti in cassa integrazione. È evidente che qualcosa non funziona e sembra non hanno intenzione di farla funzionare, il SUL è pronto alla mobilitazione e non esiteremo a tutelare i lavoratori in tutte le sedi”.