MILANO – E’ stato arrestato e posto ai domiciliari a seguito di un’inchiesta della Guardia di finanza di Milano, il generale Oreste Liporace, comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, marescialli, brigadieri di Velletri (Roma). Liporace è accusato di corruzione, turbativa e false fatture su un appalto da quasi 700mila euro per servizi di pulizia della caserma affidati, fino al 2021, all’impresa Fabbro. Stando all’ordinanza del gip Domenico Santoro, il generale, classe 1962, originario di Belvedere Marittimo (Cs), sarebbe stato corrotto con 22mila euro, borse di lusso, noleggi auto, biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano.
Ai domiciliari è finito anche Ennio De Vellis, “imprenditore collegato” a Liporace, ma anche agli imprenditori e fratelli Massimiliano e William Fabbro della Fabbro spa, indagati. L’inchiesta nasce da quella per corruzione che in passato a Milano aveva portato all’arresto di Massimo Hallecker, dipendente di Fiera Milano spa, scattata proprio dalla denuncia di quest’ultima società. Indagine dalla quale erano già venute a galla, nel 2022, le “figure” degli imprenditori Fabbro. E’ emersa, poi, una “relazione” di interessi tra i due fratelli Fabbro e il generale Liporace, documentata anche da “chat acquisite“.
Appalti in Vaticano
Nell’inchiesta si indaga anche su un presunto traffico di influenze illecite in relazione alla “promessa”, non “concretizzata“, di “far ottenere” alle società del gruppo Fabbro nel 2022 “appalti all’interno del Vaticano“, ma anche uno gestito dai Frati Francescani. E su “un appalto triennale” nel 2020 da 15 milioni di euro “per il servizio di ristorazione presso alcune sedi della presidenza del Consiglio dei Ministri”, “effettivamente ottenuto” dalle società dei fratelli Fabbro. Emerge dall’ordinanza del gip Santoro nell’inchiesta della Gdf e del pm Storari.