COSENZA – C’era grande attesa al Festival delle Invasioni per il live di Carmen Consoli. “Terra Ca Nun Senti”, dedicata alla sua Sicilia, è il nome del tour musicale che la cantautrice siciliana ha portato in piazza a Cosenza dopo le tappe estere iniziate da New York e passate per San Francisco, Los Angeles, Miami, Montreal, per poi spostarsi in Europa e in Italia. Carmen Consoli ha tenuto il suo concerto a Cosenza all’interno della manifestazione Invasioni, in una in Piazza XV Marzo gremita di persone. Un pubblico rapito dalla voce unica, dalla melodia e dai testi unici della cantautrice per quasi 2 ore di concerto.
Carmen Consoli “Una donna con la D maiuscola”
Il live della “Cantantessa” ha proposto la narrazione musicale della Sicilia con i suoi paesaggi, storie e personaggi, filtrata dalla sensibilità e dalla voce straordinaria di Carmen Consoli. Nella scaletta i suoi più grandi successo e brani tradizionali di artisti nati in quella terra come “Stranizza d’amuri” del maestro Franco Battiato oppure i “pirati a Palermu” e “Rosa canta e cunta“ dell’indimenticata cantastorie Rosa Balistreri e musa ispiratrice di Carmen Consoli.
Sul palco la “cantantessa”, accompagnata da una grande orchestra popolare, prodotta proprio da lei, ha incantano il pubblico di Cosenza ripercorrendo con la sua voce unica e straordinaria i suoi brani più famosi: “Fiori d’arancio”, il singolo sulla sposa abbandonata sull’altare estratto dal suo settimo album L’eccezione del 2002.
Foto Marco Belmonte
Le canzoni di Carmen Consoli: amore, femminilità e poesie in musica
Il concerto prosegue con “Per niente stanca” e “Il pendio dell’abbandono“. Il tema della violenza sui minori nel bellissimo pezzo “Mio zio” mentre nel brano “Le cose di sempre“ c’è la bellissima lettera d’amore che Carmen Consoli dedica al figlio con il desiderio di insegnargli la strada giusta in un mondo duro e fatto di prevaricazione. Ecco arrivare “Parole di burro“, brano dell’album Stato di necessità (2000), che è esemplificativo dei testi di Carmen Consoli sull’amore e il narcisismo. Ed ancora “Pioggia d’aprile”. Immancabile “L’ultimo bacio“, colonna sonora del film omonimo di Gabriele Muccino ed una delle sue canzoni più famose: la storia di un addio, coraggioso perché forse unica soluzione e sigillato appunto da un ultimo bacio sotto la pioggia, che si confonde con le lacrime, mascherandole.
Una donna schiava del proprio uomo fino ad essere la sua “Geisha”, “Maria Catena” in cui la protagonista del brano è vittima delle invidie e delle calunnie dei compaesani, “A Finestra” con un brano che si caratterizza per essere quasi interamente in dialetto catanese e “Blunotte”, una dolce ballata sofferta e struggente, dove Carmen si imbatte nel tema della dipendenza affettiva.
I brani di Sanremo e la chiusura con Venere
Sul palco anche tutti i brani portati negli anni a Sanremo: “Confusa e felice” che ha ottenuto un disco di platino per le oltre 130 000 copie vendute. Ma anche la prima canzone di una emergente Consoli con il suo “Amore di plastica” scritto insieme a Mario Venuti con cui si presentò nella sezione “Nuove Proposte” a Sanremo quell’anno vinto da Syria. Sempre da Sanremo le emozioni con il brano “In bianco e nero“ dedicata a sua madre, mentre con “Venere“ il concerto si chiude con un amore e una relazione che “prosciuga” la contante fino a “storpiarla” nonostante continui ad essere una bellissima venere.