COSENZA – “Contro l’autonomia differenziata: una firma per l’Italia. Unita libera giusta”. WWW What Women Want_La Calabria vista dalle donne, ha dato vita al comitato spontaneo di cittadine e cittadini per il ‘Si’ al referendum contro il Ddl Calderoli (legge 26 giugno 2024, n. 86) per il quale, servono almeno 500mila firme a livello nazionale, per sostenere il referendum abrogativo.
“Le cittadine ed i cittadini sono invitati a firmare per abrogare una legge che, sottraendo competenze allo Stato a favore delle Regioni su molte materie (tra cui scuola e sanità), rompe l’unità del Paese, aumenta le diseguaglianze ed è in contrasto con la Costituzione che sancisce che la Repubblica è una e indivisibile, persegue l’uguaglianza dei cittadini e il dovere della solidarietà”.
Con l’autonomia differenziata si torna indietro
Secondo i promotori la regionalizzazione dei contratti di lavoro produrrebbe una corsa al ribasso con la riduzione dei salari e dei diritti con conseguente compromissione della qualità di vita di tutte le regioni, nascondendo l’ufficialità della separazione/secessione fra le regioni più forti, con maggiori risorse, e quelle più deboli, storicamente riconosciute tali, aumentando il divario già esistente.
“WWW intende coinvolgere le donne di ogni parte d’Italia per gli effetti che l’autonomia differenziata potrebbe provocare sulla condizione femminile, già notoriamente fragile, soprattutto al sud: le più colpite – affermano le attiviste di WWW nel presentare l’iniziativa – potrebbero essere proprio le donne che già scontano su di sé la sperequazione di genere dovuta alla società patriarcale. E tra le donne le più colpite saranno quelle del sud, che già ora sono meno occupate e godono di meno servizi”.
Il rischio è quello di avere un’Italia “arlecchino” in cui ogni Regione si darebbe le proprie regole in settori strategici a livello nazionale. WWW fa parte di un gruppo di forze che condivide le preoccupazioni di veder trasformata la nostra Repubblica in un stato fatto di 20 regioni, 20 piccole entità/Stato, con l’inevitabile e certamente drammatica frantumazione nella capacità dell’intero Paese di proporre e attuare le proprie politiche pubbliche e, soprattutto, di riuscire a ricoprire un ruolo di Paese a livello internazionale.
“Salteranno con questa legge i principi di solidarietà e cooperazione tra le varie parti del Paese, passando da un regionalismo cooperativo e solidaristico a un esasperato regionalismo competitivo, con inevitabili effetti drammatici soprattutto nei servizi relativi alle politiche sanitarie e scolastiche, in relazione alla contrattazione collettiva dei comparti lavorativi. Una legge che fa male certamente al Mezzogiorno ma anche a tutta l’Italia. Per questo serve una mobilitazione importante che possa garantire entro il prossimo mese di settembre una grande raccolta di firme per una Italia unita, libera e giusta”.