Approvato il nuovo piano rifiuti in Calabria, Occhiuto: “Crotone non sarà più pattumiera d’Italia”

"Questo piano - ha detto il governatore - di fatto, impedisce, finalmente, che Crotone continui ad essere la discarica di rifiuti speciali e pericolosi d'Italia"

REGGIO CALABRIA – Il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, prendendo la parola in Consiglio nel corso del dibattito che ha preceduto l’approvazione del nuovo Piano rifiuti, ha definito gli interventi dei consiglieri di opposizione “inconsapevoli di quello che é successo in Calabria negli ultimi 30 anni. Così come di quello che è successo dopo l’approvazione del Piano rifiuti del 2016, in modo particolare a Crotone”. “Questo piano – ha detto Occhiuto – contiene una revisione degli indici di pressione areali e comunali che, di fatto, impedisce, finalmente, che Crotone continui ad essere la discarica di rifiuti speciali e pericolosi d’Italia. Le modifiche fanno sì che nel territorio di Crotone non ci possano stare discariche di dieci milioni di metri cubi”. “Stiamo impedendo che Crotone diventi la pattumiera d’Italia”, ha aggiunto Occhiuto, sottolineando anche il fatto che “nel corso del dibattito non si é tenuto conto delle responsabilità di chi ha governato in passato”.

Calabrese: “no rischi procedura infrazione e nessuna nuova discarica a Crotone”

“Nessuna procedura di infrazione sul nuovo Piano di gestione dei rifiuti, come auspica la grillina Vittoria Baldino, anzi la Calabria avanza rispetto altre regioni che ancora sono alle prese con il recepimento delle direttive sull’economia circolare e con il soddisfacimento delle pre-condizioni per l’utilizzo dei fondi comunitari”. Così l’assessore all’ambiente della Regione Calabria Giovanni Calabrese in Consiglio Regionale. La Calabria ha finalmente approvato un Piano di gestione dei rifiuti in linea con il diritto comunitario che rispetta pienamente gli obiettivi dell’economia circolare e che dice no alla realizzazione di nuove discariche. Basti pensare alle nuove stringenti limitazioni per la loro localizzazione. Nel piano è delineato un rigoroso elenco di criteri localizzativi che, a differenza di quanto accadeva nel passato, tutelano veramente la popolazione dei centri urbani, delle periferie rurali, con particolare attenzione a scuole, ospedali e insediamenti con funzioni di interesse pubblico. In passato non era così, anzi, paradossalmente i privati erano più agevolati nella realizzazione di nuovi impianti, a scapito del pubblico che, come è chiaro a tutti, non risponde a interessi economici e delle multinazionali. Abbiamo inserito un criterio localizzativo chiamata “fattore pressione discariche” che stavolta, a differenza del passato, rende difficile se non impossibile la realizzazione di nuove discariche.

Nel piano del 2016 il criterio era stato inserito, ma si trattava di uno specchietto per le allodole. Apparentemente si tutelava l’ambiente e la salute umana, in sostanza il limite di volumetria di discariche che si consentiva di realizzare per ogni chilometro quadro di territorio calabrese era abnorme. Ebbene, quel limite – che limite non era – è stato dimezzato. Un esempio su tutti: a Crotone con il vecchio Piano si potevano realizzare altri 10 milioni di metri cubi di discariche, oggi invece, in pratica, nessuna discarica può essere autorizzata nel territorio crotonese. Questo perché abbiamo previsto una combinazione di criteri limitativi – compreso il fattore pressione comunale e, novità, anche quello areale – che garantirà che nessuna “Giammiglione” potrà essere riproposta né a Crotone né in un nessun altro comune calabrese. Trovo perciò veramente strumentale e quasi patetico il tentativo dell’opposizione di ammantare anni di disimpegno e di false promesse fatte quando loro erano al governo della regione. Senonché poiché alla fine a pagarne le conseguenze sono i calabresi occorre ristabilire il rigore della ragione e dei fatti, quelli veri e reali. E la realtà è che l’attuale governo regionale sta finalmente mettendo mani a dossier ambientali che negli anni erano stati completamente trascurati, ignorati e addirittura volontariamente sottovalutati. La bonifica del SIN di Crotone è uno di questi. Cosa è stato fatto negli anni passati? Poco o nulla. Andremo avanti con la consapevolezza che a guidarci sarà solo il bene comune e la rinascita della nostra regione”.

Nuovo Piano rifiuti passa a maggioranza, no dell’opposizione

L’esame raggruppato del rendiconto dell’esercizio 2023 dell’Arpacal, Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria e dei rendiconti 2020 e 2021 dell’Azienda Calabria Verde, ha dato avvio ai lavori della seduta del Consiglio regionale. Su questi punti, si sono soffermati i consiglieri di opposizione Raffaele Mammoliti (Pd) e Ferdinando Laghi, (De Magistris), mentre per la maggioranza é intervenuta la consigliera di Forza Italia Pasqualina Straface. Tutti hanno formulato i loro auguri di buon lavoro al nuovo vicepresidente della Giunta, Filippo Pietropaolo, ed ai neo assessori, Caterina Capponi e Maria Rosaria Caracciolo. Nomine sulle quali il consigliere Mammoliti ha espresso le sue perplessità “per i ringraziamenti – ha detto – che sono stati rivolti ai coordinatori regionali dei partiti”.
Riguardo il rendiconto dell’Arpacal, Mammoliti ha parlato di “approccio burocratico della maggioranza ai problemi dell’ente”, mentre Laghi, sottolineando “un andamento altalenante sull’accertata e accettata credibilità dell’ente”, ha definito “adeguate le decisioni dell’attuale management, che sugli aspetti economici, che non sono secondari, ha fatto riferimento ad una carenza di personale che andrà programmaticamente risolta”. Pasqualina Straface, in risposta a Mammoliti, ha detto di concordare “sulla prerogativa del Presidente della Giunta di scegliere gli assessori”, ma di “ritenere altrettanto importante il ruolo dei coordinatori della coalizione”. La consigliera ha poi definito “apprezzabile” il lavoro fatto in Arpacal “che è l’unica agenzia – ha affermato – ad avere approvato il bilancio nei termini di legge ed ha offerto dati positivi registrati sui controlli giudiziari, grazie al lavoro fatto dal presidente Occhiuto sulla tutela ambientale, sul monitoraggio, sulla prevenzione e sulla difesa ambientale”.
Il Consiglio ha poi approvato, la proposta di provvedimento amministrativo recante “Approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2023, della relazione sulla gestione 2023 e del Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi”, del Consiglio regionale e, a maggioranza, la “Modifica del Piano regionale di gestione dei rifiuti – Integrazione criterio localizzativo – Fattore pressione discariche”. Nel corso dell’esame dell’articolato, sono stati respinti tutti gli emendamenti della minoranza. Raffaele Mammoliti (Pd) ha motivato il voto contrario “su un piano – ha detto – che si fonda sul processo di combustione dei rifiuti, che noi avversiamo da tempo”. Amalia Bruni (Pd) ha motivato il suo no “non solo perché – ha spiegato – non sono stati accettati i nostri emendamenti, ma anche perché il Piano sconfessa quanto affermato qualche mese fa, in una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio che delineava la gravità del Sito di interesse nazionale di Crotone-Cassano—Cerchiara, dove non si è registrato nessun miglioramento del tasso di mortalità per tumore e delle patologie croniche”. Pietro Raso, della Lega, e Pasqualina Straface, da parte loro, hanno difeso il provvedimento, sottolineando “le verifiche avviate sulle discariche autorizzate”. Al centro della discussione il sito di Crotone “che sta pagando – ha sostenuto Ernesto Alecci, del Pd – un prezzo altissimo e ha tutto il diritto di chiedere che questi rifiuti siano portati fuori regione, mentre l’Eni in questi anni ha fatto perdere solo tempo chiedendo che i rifiuti rimanessero all’interno del territorio crotonese”.
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