CATANZARO «Non ci stiamo! Non possiamo restare fermi a guardare mentre ancora una volta si delegittima il lavoro di uomini e donne in uniforme inneggiando al più grande dei crimini del nostro secolo, il consumo e lo spaccio di stupefacenti». Così Domenico Galeone, segretario generale provinciale di Catanzaro del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC), in merito al kit per sniffare cocaina esposto nella vetrina di un’attività commerciale in una meta turistica del catanzarese. «L’Arma dei Carabinieri ha pagato un tributo di sangue non indifferente per la lotta allo spaccio, ultimo in ordine di tempo il collega Mario Cerciello Rega, ucciso proprio mentre espletava un servizio antidroga. Non è possibile – dice Galeone – normalizzare il consumo di droghe, soprattutto quando a pochi passi da quella vetrina si trova una comunità di recupero per tossicodipendenti.
Un oltraggio non solo al nostro lavoro, ma anche e soprattutto ai famigliari delle vittime della droga. Chiediamo – conclude – che l’attività sia sospesa e che i responsabili di questa campagna diseducativa e che incita al consumo di sostanze stupefacenti siano perseguiti». Sulla vicenda è intervenuto anche Fabio Conestà, segretario generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap).
«Quanto avvenuto in provincia di Catanzaro – afferma – dove un kit per la cocaina è stato esposto nella vetrina di una attività commerciale, in pieno centro turistico, è davvero grave e lesivo verso ogni forma di contrasto al consumo e vendita di sostanze stupefacenti. Chiediamo che si proceda penalmente con la immediata chiusura dell’attività commerciale e che siano intraprese tutte le attività di polizia giudiziaria e amministrativa del caso. E’ un fatto gravissimo – prosegue – una provocazione che ha le sembianze di un avvertimento ndranghetista alla comunità di recupero per tossicodipendenti diretta da Isa Mantelli che si trova in quella zona».