Rapporto scuola-famiglia al centro di un dibattito a Cosenza: una questione di valori

Il delicatissimo rapporto è stato al centro del caminetto del Rotary Club Cosenza Nord insieme a docenti Unical e dirigenti scolastici della città bruzia

COSENZA – Il delicatissimo rapporto tra scuola e famiglie è stato al centro del caminetto del Rotary Club Cosenza Nord tenuto qualche giorno fa all’hotel Europa dal Prof. Giuseppe Spadafora, Professore ordinario di Didattica e Pedagogia speciale dell’UNICAL, affiancato da Mariella Chiappetta, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Mangone-Grimaldi e Stefania Barrese, Dirigente scolastica delle “Scuole Misasi” di Cosenza. Gli ospiti sono stati presentati dalla Presidente Antonietta Converso, che si è detta particolarmente emozionata nel dibattere temi a lei cari, affrontati in oltre 40 anni trascorsi nella scuola, prima come docente e poi come dirigente. Folta la platea composta da autorità civili e rotariane, soci, rappresentanti delle associazioni cittadine e del mondo della scuola e dell’Università.

Il prof. Spadafora, studioso della materia e in particolare delle dottrine del filosofo e pedagogista statunitense John Dewey, ha svolto un excursus storico dalla riforma Gentile ad oggi per evidenziare le grandi trasformazioni che si sono succedute nei decenni.
Dalla scuola del 1923 che trasferiva conoscenze e valutava sul merito si è passati ad una progressiva democratizzazione, iniziata con i moti giovanili del ’68 e proseguita, sempre più convintamente, attraverso normative volte alla massima inclusione. Riconosciuta come base e stimolo di progresso sociale, la scuola ha cercato di aprirsi alle richieste di tutti, mettendo al centro non più la conoscenza ma le esigenze di ciascuno scolaro, così tornando peraltro sulla felice intuizione che già nel 1907 aveva ispirato l’opera di Maria Montessori.
Ancora oggi, però, a livello italiano, europeo e mondiale, si sta cercando di realizzare nel concreto l’ambizione dell’inclusività. Processo che risulta difficoltoso a causa della complessità della società contemporanea e delle diversità che si riscontrano nelle famiglie, portatrici di valori spesso contrastanti. Ma proprio il loro aiuto è indispensabile.
Il primo problema da superare è il relativismo dei valori. L’unica alternativa possibile – ha concluso il prof. Spadafora – consiste nel riuscire ad imporre alla scuola un modello di coesistenza dei diversi ideali, attraverso il quale costruire un patto di collaborazione scuola-famiglia.”

“L’istituzione scolastica vive tempi non facili -ha esordito Mariella Chiappetta– perché esiste una frattura profonda tra l’azione dell’insegnamento e quella delle famiglie. I docenti hanno perso autorevolezza mentre aumenta il numero di “dispersi in aula”, ragazzi cioè che non sono allineati al progetto educativo.” Uno studio condotto da un gruppo di insegnanti dell’ IC Mangone Grimaldi ha evidenziato tre problemi principali: “il primo è che alla famiglia etica e normativa, che condivideva i valori scolastici, si è sostituita quella che il prof. Gustavo Charmet, psichiatra e psicoterapeuta, chiama la famiglia affettiva, più interessata a proteggere i propri figli da qualsiasi difficoltà; c’è poi la sfiducia nella scuola, che viene vissuta addirittura come controparte; infine, bisogna fare i conti con l’analfabetismo funzionale di genitori che non comprendono l’importanza dell’insegnamento per il futuro dei ragazzi”. Anche per la dirigente Chiappetta è indispensabile la collaborazione “perché, come ha ricordato Papa Francesco citando un proverbio africano, per educare un bambino serve un intero villaggio”.

Decisamente più fortunata l’esperienza di Stefania Barrese che, a capo di una scuola paritaria che ha definito “un’isola felice”, ha trovato la piena collaborazione dei genitori, molti dei quali sono stati coinvolti nell’insegnamento di materie attinenti i loro mestieri o professioni. “I principali portatori d’interesse sono proprio le famiglie, con le loro aspettative ed osservazioni che noi dobbiamo soddisfare” – ha sostenuto la dirigente Barrese. “Ho ritenuto perciò di appellarmi al senso di responsabilità di ciascuno chiedendo comportamenti tangibili nell’interesse dei figli. Ho trovato pieno appoggio e questo ci ha consentito di portare avanti un Progetto di educazione finanziaria -con lezioni tenute da alcuni di loro- che altrimenti la scuola non avrebbe potuto sostenere per carenza di fondi.”
Diverse esperienze, dunque, ed un’unica indicazione: perseguire la strada di una nuova alleanza tra scuola e famiglie nello sforzo comune di creare cittadini di domani capaci di far progredire i propri progetti e, di pari passo, la società intera.

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