RENDE – Rischio di ampliare divari già esistenti, specialmente nei servizi pubblici come sanità e istruzione, necessità di risorse adeguate per le nuove competenze delle Regioni, evitando la dipendenza dalle risorse statali e di negoziati multilivello tra Stato e Regioni con il rischio di rallentare l’attuazione dell’Autonomia Differenziata. Sono alcuni degli argomenti discussi all’Università della Calabria in occasione della presentazione del libro “l’Italia Differenziata, Autonomia regionale e divari regionali” di Vittorio Daniele e Carmelo Petraglia.
Una legge, quella sull’Autonomia Differenziata, voluta fortemente dalla Lega che il professor Vittorio Daniele, docente di Politica Economica all’Università Magna Graecia di Catanzaro, ha definito un paradosso perché la riforma del titolo V della Costituzione del 2001 fu varata da una maggioranza di Centrosinistra. Addirittura alcune Regioni sia di centrodestra e che di centrosinistra già nel 2018, avevano sottoscritto degli atti preliminari per ottenere possibili forme di autonomia e nuove competenze e funzioni. Una legge, quella Calderoli, che nonostante la mannaia del referendum, l’articolo 116 della Costituzione dà la possibilità di avere come forme di autonomia alle Regioni, rimane a prescindere.