Calabria
IL CASO MAGNA GRAECIA
Spazio al culto islamico alla Magna Graecia. Bernini chiarisce: “Non è una moschea”
Così la ministra dell’Università rispondendo in question time all’on Rossano Sasso (Lega) in relazione alla vicenda della concessione di spazi per il culto islamico presso l’Università di Catanzaro
CATANZARO – Scoppia la polemica sullo spazio dedicato al culto islamico nel cuore del Policlinico dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, il primo realizzato in un ateneo italiano. Ad intervenire in Parlamento è la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, rispondendo in question time all’on Rossano Sasso (Lega) in relazione alla vicenda.
“Il tema che ci pone” l’on Rossano Sasso” è di grande interesse: vogliamo essere chiari, abbiamo tutti davanti agli occhi le immagini bruttissime del 23 maggio 2024 quando durante l’occupazione dell’aula magna di Torino l’imam ha pregato nell’università con un reticolato che divideva gli uomini dalle donne, nascoste dalla barriera. Le università sono luoghi laici al punto che in quella occasione, con un esposto, abbiamo impedito che la stessa preghiera avenisse all’interno del Politecnico. Da allora a più riprese il ministero, la prefettura e la questura hanno vigilato affinchè questo non avvenisse. Per lo specifico caso dell’interrogazione mi sono informata e posso assicurare che non si tratta di una moschea, non esiste un imam, è un luogo locato in comodato d’uso da parte dell’ospedale Politecnico a pazienti, operatori, sanitari di religione musulmana per potersi radunare in preghiera. Riteniamo opportuno continuare a vigilare insieme ma l’università non è luogo in cui possono avvenire preghieree o opere di proselitismo”. Così la ministra dell’Università Anna Maria Bernini rispondendo in question time all’on Rossano Sasso (Lega) in relazione alla vicenda della concessione di spazi per il culto islamico presso l’Università di Catanzaro. “Rimane un messaggio preoccupante, è inconcepibile questa apertura”, ha replicato a sua volta il deputato Sasso.
Sasso: “La risposta della Bernini non ci soddisfa”
“All’Università degli Studi di Catanzaro è stata recentemente inaugurata una moschea all’interno dell’ateneo. Un luogo di formazione e conoscenza fondato sui principi del pensiero umanistico della libertà e dell’uguaglianza tra uomo e donna, ha spalancato le porte a una religione, a un sistema di regole, a una visione culturale come quella della sharia islamica, incompatibile con i nostri valori e il nostro ordinamento. E una religione che discrimina e sottomette la donna, è in contrasto con il nostro ordinamento. Una religione che prevede la sharia è in contrasto con il nostro ordinamento. L’Europa non ha scuse: con la sua debolezza e arrendevolezza liberal-progressista, si è lasciata infiltrare da chi non vuole integrarsi, ma sottometterci.
Se l’Italia continua a seguire la scia europea, diventerà come Francia e Inghilterra: paesi sì multiculturali, ma privi della propria identità, inclusivi e liberali al punto di difendere una visione aggressiva, retriva e medievale come quella islamica. Oggi si apre una moschea all’interno dell’università di Catanzaro, per la Lega è un’apertura inconcepibile nei confronti di una religione che non ha siglato alcuna intesa con lo stato italiano, come previsto dall’art. 8 della Costituzione. E la risposta del Ministro Bernini non ci soddisfa pienamente: non è minimizzando e derubricandola a “moschea ad personam” e a piccolo luogo dove riunirsi in preghiera in maniera individuale, che si giustifica l’apertura di una moschea dentro un ateneo”.
Così il deputato della Lega Rossano Sasso, durante il Qt al ministro dell’Università. “Sarà pure un comodato d’uso gratuito ma per la Lega è un segnale molto preoccupante che va nella direzione sbagliata: noi ci opponiamo all’islamizzazione della nostra società, delle nostre scuole e delle nostre università. Chi di dovere si preoccupi di migliorare servizi agli studenti e offerta formativa, visto che i dati censis certificano il penultimo posto dell’Ateneo di Catanzaro al penultimo posto nella classifica degli atenei italiani, anziché pensare ad aprire moschee”, conclude Sasso.



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