Area Urbana
Rende, minoranza su nuovo PSC tra critiche e dubbi: «palazzi al posto del Lorenzon e PAU invariati»
I consiglieri di minoranza denunciano scelte già operative mascherate da indirizzi e chiedono chiarezza su volumetrie e consumo di suolo: “Cambia il racconto, non le scelte”
RENDE – La minoranza interviene sul nuovo PSC – Piano Strutturale Comunale – di Rende: “Palazzi al posto dello stadio e PAU sostanzialmente immutati”. Un piano che suscita già forti critiche. Secondo i consiglieri Marco Saverio Ghionna, Gianluca Garritano, Eugeni Trombino, Stefania Galassi ed Enrico Monaco, il progetto trasforma il Lorenzon in B2/1, rendendolo edificabile: “Non si tratta di un’ipotesi, è scritto. Palazzi al posto dello stadio, in nome di una rigenerazione che appare soprattutto edificatoria”, affermano. “L’area viene liberata per costruire, senza un solo documento pubblico su traffico, servizi, vivibilità o impatti sul quartiere. È una pianificazione ‘a fiducia’: prima si costruisce, poi si vede”.
La minoranza sul PAU – Piano Accessibilità Urbana
“Per i cittadini non cambia nulla sui PAU si ripete lo stesso copione: nessun passo avanti per i piccoli proprietari, concettualmente passa il criterio di stessi vincoli dimensionali, stesse impossibilità di intervento. Cambia il titolo, ma la sostanza resta identica: flessibilità per chi concentra volumi, zero opportunità per chi ha piccoli lotti”.
Un equilibrio che, ancora una volta, pende dalla stessa parte”
Secondo i consiglieri “Manna e Principe sono più simili di quanto dicano. Colpisce la continuità: gli stessi progettisti scelti dalla Giunta Manna sono stati riconfermati dalla Giunta Principe. Altro che “risparmio di tempo e di risorse”: sembra chiaro che l’esigenza da salvaguardare non sia quella dei cittadini. Cambia la narrazione, non la regia. Un “nuovo corso” che, per ora, assomiglia molto al vecchio in alta definizione. Una delibera chiamata “di indirizzo”, ma dentro ci sono scelte già prese La delibera viene presentata come un semplice atto d’indirizzo. Un modo elegante per evitare confronti e approfondimenti. Ma dentro ci sono scelte che cambiano il destino di intere aree urbane, dal Lorenzon ai PAU”.
“Quella battuta sui palazzi in campagna elettorale”
Altro che indirizzi: qui si decide già tutto. E torna alla mente quella frase sentita in campagna elettorale: “Votiamo Principe perché almeno costruiamo i nostri palazzi”. All’epoca sembrava una battuta. Oggi sembra un estratto del PSC. Consumo di suolo zero? Senza numeri è solo uno slogan. Mentre si parla di “consumo di suolo zero”, manca una cosa elementare: la volumetria residua del vecchio PRG. La base da cui si misura qualsiasi consumo di suolo reale. E qui nasce il paradosso: la consistenza del vecchio PRG era stata definita dall’attuale Sindaco nelle precedenti Giunte. Dovrebbe conoscerla meglio di chiunque. Eppure, alle nostre richieste formali, nessuna risposta”.
Domande semplici – sottolineano i consiglieri Ghionna, Garritano, Trombino, Galassi e Monaco – ancora senza risposta:
– Quanti metri cubi erano previsti ma mai realizzati dal vecchio PRG?
– Quanti se ne possono ancora costruire oggi?
– Quanto volume aggiunge realmente il nuovo PSC, sommato a quello residuo?
“Vigileremo su ogni metro quadro”
“Finché questi numeri non verranno resi pubblici, parlare di “consumo di suolo zero” resta un esercizio retorico, non una politica urbanistica. È come dire “non costruiremo più nulla” senza dire quanto si può ancora costruire grazie alle previsioni non consumate del piano precedente. Numeri che forse non tornano. O forse fanno paura. Perché se la volumetria residua è alta — e tutti sappiamo che lo è — allora questo PSC non nasce affatto a saldo zero, ma su una capacità edificatoria ancora enorme, mai spiegata ai cittadini”.
“Noi abbiamo posto la domanda. Stiamo ancora aspettando la risposta. E i cittadini, insieme a noi. Il percorso è appena iniziato. Vigileremo su ogni metro quadro. Questo è solo il primo capitolo. Perché un piano che apre volumi oggi, ne aprirà altri domani. E noi saremo qui, puntuali, a controllare ogni scelta, ogni variante, ogni metro quadro che si vorrà trasformare. La città merita trasparenza, visione e coraggio, non gattopardismi travestiti da indirizzi”.



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