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La contrattualizzazione dei 5mila lsu lpu calabresi fa arrabbiare Calderoli: ”E’ una vergogna”
L”amico’ di Salvini, il leghista noto per la maglietta antislam, attuale vicepresidente del Senato della Repubblica, non ha accettato di buon grado la stabilizzazione dei 5mila lsu lpu calabresi.
ROMA – “Ennesima vergogna da parte di questo governo, che sembra pensare più a garantirsi qualche voto alle prossime politiche attraverso provvedimenti solo di facciata e altri di tipo sfacciatamente assistenzialista, che non ai reali problemi della gente. Il Ministro Boschi ha posto in Aula, a nome del Governo, la questione di fiducia sull’approvazione di un maxiemendamento, interamente sostitutivo del ddl n. 1977, di conversione del decreto-legge n. 78 in materia di enti territoriali, che contiene tra le altre cose l’utilizzo dei fondi della Regione Calabria per circa 6mila persone interessate dai lavori socialmente utili”. Lo scrive su Facebook Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato, che aggiunge: “Dopo lo schiaffo dato ai veneti colpiti dal tornado, elemosinati con 2 milioni a fronte di danni per 100, dopo aver regalato 500 milioni a Crocetta per coprire i buchi di bilancio della Sicilia, ecco l’ennesima decisione demenziale, imposta tra l’altro a colpi di fiducia, che non serve a creare lavoro, ma solo a garantire uno stipendio a qualcuno che sicuramente se ne ricorderĆ in cabina elettorale… questa sarebbe la seconda o forse addirittura la terza repubblica? Ma non scherziamo! Renzi sta proseguendo con le peggiori pratiche della prima, di repubblica, e non pare avere alcuna intenzione di abbandonarle. Stia pero’ attento, il premier: giochi d’illusionismo come quello degli 80 euro riescono una volta sola, poi la gente inizia a capire che c’e’ sotto la fregatura!”. Parole dure dette da un politico poco incline alla diplomazia cui dichiarazioni hanno portato in passato a conseguenze nefaste. Si ricorda infatti come dopo aver mostrato la maglietta con la vignetta satirica antislam nel corso di un’intervista in Rai al TG1 vi furono delle proteste al consolato italiano in Libia a Bengasi in cui vennero uccisi dalla polizia ben undici manifestanti.



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