Area Urbana
Sandro Principe resta ai domiciliari, i ‘colletti bianchi’ tornano in libertà
Il Tribunale del Riesame si è espresso in merito alle richieste di scarcerazione inoltrate dai legali che assistono gli indagati nell’operazione System.
CATANZARO – Sandro Principe ex sottosegretario ed ex assessore e consigliere regionale della Calabria in quota PD non verrà scarcerato, ma resterà ai domiciliari. E’ questa la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro che oggi ha valutato le posizioni degli indagati nell’operazione System che ha coinvolto dieci persone. Per l’ex sindaco di Rende non sarà revocata la misura di custodia cautelare mentre tornano in libertà Pietro Ruffolo (PD) ex consigliere provinciale, Giuseppe Gagliardi (PD) ex assessore al Comune di Rende, Umberto Bernaudo (PD) anch’egli con un trascorso da primo cittadino a Rende e Rosario Mirabelli ex consigliere regionale vicino a Giuseppe Scopelliti. I cinque insieme ad Adolfo D’Ambrosio, Michele Di Puppo, Francesco Patitucci, Umberto Di Puppo e Mario Paolo Lento sono accusati di aver messo in atto meccanismi volti a favorire gli interessi del clan Lanzino attraverso il ‘baratto’ di voti con posti di lavoro e appalti utilizzando soprattutto la società Rende 2000 oggi Rende Servizi. Il Tribunale della Libertà a cui si sono appellati i cinque politici che dovranno rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e corruzione ha deciso oggi che solo Principe, per ora, dovrà essere ristretto ai domiciliari in attesa di giudizio. Restano in carcere invece i cinque presunti sodali del clan Lanzino.



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