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La morte assurda di Andrea Gangale alle “Iene”, tra ritardi nei soccorsi e medici incapaci (VIDEO)
La storia di Andrea Gangale e della moglie Francesca non è poi così diversa da tante altre, purtroppo, in Calabria e nel Cosentino dove i ritardi, le inadempienze, gli errori medici e i soccorsi sanitari generano la speranza di non dover mai avere bisogno di loro, altrimenti tutto diventa un terno al lotto che può costare la vita.
COSENZA – Una storia straziante, una storia simile a tante altre che accadono in Calabria, dove gli ospedali chiudono, i soccorsi sono in difficoltà ed alcuni medici dovrebbero stare a casa anziché lavorare. Nella puntata di ieri sera de “Le Iene” su Italia 1 è andato in onda un servizio che purtroppo non è che un numero, in una lista di decessi molto lunga. La Iena, Nina Palmieri ripercorre la triste storia di Andrea e Francesca, di Lungro, piccolo centro della provincia; una storia d’amore, stroncata dalla cattiva sanità che in Calabria non salva la vita ma ti lascia morire.
Andrea infatti, è morto di infarto lo scorso gennaio per un evidente errore medico e un ritardo per l’arrivo dei mezzi di soccorso. E nessuno si prende la responsabilità di una persona giovane e con mille progetti per il futuro, strappata alla vita. Anzi, il medico di guardia di paese, al quale la coppia si è rivolta in primis per capire cosa avesse Andrea, ‘diagnostica’ un mal di stomaco che invece era poi un infarto. Un errore che può capitare dati i sintomi ma forse se il medico (che non dovrebbe essere chiamato tale) avesse eseguito gli esami del caso, come la misurazione della pressione e il controllo cardiaco attraverso lo stetoscopio, magari Andrea era ancora con Francesca; magari un giovane brillante e innamorato della vita, avrebbe potuto continuare a vivere. Ma il medico, che sapeva anche di alcuni farmaci che il 44enne prendeva per la pressione, con leggerezza, tanta, troppa, ha pensato bene di dargli un gastroprotettore mentre anche un bambino avrebbe potuto pensare ad un infarto dati i sintomi. E la visita del medico inizia e finisce con una palpazione dell’addome e nient’altro.
Andrea aveva solo 44 anni ma lo scorso 8 gennaio è morto per la “leggerezza” di un medico ‘troppo sicuro di sè’, troppo ‘stanco per fare il massaggio cardiaco’, troppo intelligente per svolgere esami appropriati sul paziente. L’inefficienza del soccorso medico inizia anche dal servizio 118 di Cosenza, che contattato diverse volte visto il notevole ritardo dell’ambulanza ad arrivare non fornisce indicazioni utili ad una moglie disperata che sta vedendo morire il proprio marito sotto gli occhi, e non dice a quella stessa donna disperata che forse, sarebbe meglio portarlo da se in ospedale, perchè quell’ambulanza ci metterà 40 minuti ed oltre ad arrivare e suo marito morirà.
Inefficienza e inspiegabili ritardi che, forse, se giunti tempestivamente avrebbero potuto salvare la vita di Andrea. “Questa è la storia di Andrea, che dall’8 gennaio non c’è più. E forse, se non ci fossero stati degli incredibili ritardi e leggerezze che potrebbero colpire ognuno di noi sarebbe ancora qui“; così la Iena Nina, lancia il servizio e racconta quanto accaduto alcuni mesi fa.
Il servizio inizia con la voce della povera Francesca, la moglie di Andrea che chiede disperata al “118 di Cosenza” aiuto. Dall’altra parte della cornetta, un operatrice del 118 di Cosenza. “Cosa gli posso dare? Non respira, la prego, la prego…”. Attimi di panico quelli che si comprendono dall’audio della telefonata che sarà solo la prima perché i solleciti saranno diversi. E di più grave c’è il comportamento del medico di guardia, che ‘non sta facendo niente‘ spiega il cognato al telefono all’ennesima chiamata al servizio 118 di Cosenza. Quell’ambulanza che arriverà da Tarsia e impiegherà oltre 40 minuti.
Nessuno fa niente, il medico non fa niente, l’ambulanza non arriva, Andrea muore. Ed Andrea, non è il solo a morire per l’inefficienza della sanità, dei soccorsi, degli apparati di emergenza che però impiegano quasi un’ora ad intervenire. Francesca, racconta con il suo dolce sorriso quanto è stata fortunata ad aver avuto per 4 anni un marito come Andrea, ma è chiaro che la sua storia, accade continuamente e non dovrebbe accadere a nessuno. Sulla vicenda, ci sarebbero delle indagini in corso e la Iena, Nina, al tempo stesso ci tiene a sottolineare come il campo della sanità sia fortunatamente caratterizzato anche da “medici che fanno il loro lavoro con passione e totale dedizione”. Tanti, certamente, ma tanti altri no… vedi Reggio Calabria. Questa però è “la storia di Andrea, che dall’8 gennaio scorso non c’è più”.



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