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Desaparecidos calabresi, dopo quasi 40 anni la verità viene a galla: 8 ergastoli nel processo “Condor”

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Desaparecidos calabresi, dopo quasi 40 anni la verità viene a galla: 8 ergastoli nel processo “Condor”

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Circa una cinquantina i desaparecidos calabresi, tra questi un originario di San Basile, nel cosentino; scomparso a soli 25 anni in Argentina.

 

ROMA – Si chiude una delle pagine nere della storia: dopo nove anni di indagini e oltre 60 udienze, il processo Condor, volge a termine e i familiari delle vittime trovano, finalmente, giustizia. Ma la tragica storia dei ‘desaparecidos’ di origine italiana, ha inizio quasi 40anni fa, quando tantissimi scomparvero nei paesi dell’America Latina negli anni Settanta e Ottanta. Una storia fatta di violenza, di orrori, crimini efferati e celati dagli apparati repressivi e segreti para militari; scomparsi mai ritrovati e vittime innocenti. Nel 2017 uno spiraglio di luce: otto condanne all’ergastolo, 19 assoluzione e sei prosciolti per morte degli imputati. Si è concluso così il processo di primo grado, davanti alla III Corte d’Assise di Roma, per ex capi di Stato ed esponenti delle giunte militari e dei servizi di sicurezza di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay. Gli imputati sono accusati di avere messo in atto una feroce e sistematica repressione nei confronti di tutti gli oppositori ai regimi militari negli anni ’70 e ’80.

andres3I condannati sono accusati, a vario titolo, della morte di 23 cittadini di origine italiana. Nei confronti degli imputati le accuse sono di omicidio plurimo aggravato e sequestro di persona. Tra questi anche un desaparecidos di origini calabresi, che non ha mai più fatto ritorno nella sua terra natale. E’ Andrés Humberto Bellizzi, scomparso a soli 25 anni in Argentina. Originario di San Basile, un piccolo paese dell’area del Pollino ed emigrato Oltreoceano alla metà degli anni ’20 del secolo scorso. Andrès visse in Uruguay e da lì scappò per sfuggire alla dittatura che si era instaurata in quel paese. Fuggì per andare incontro ad un destino ancora peggiore in Argentina. Andrés era un grafico pubblicitario, impegnato nel sindacato e una mattina è stato rapito. Si presume sia stato portato al CCD (Centro clandestino de detención) Club Atletico facendo perdere per sempre tracce di sé. Un desaparecidos, uno dei tantissimi – almeno una cinquantina – di origine calabrese; inghiottiti nel nulla, imprigionati, spesso torturati, seviziati, stuprati e uccisi. Le attività di repressione degli oppositori avvennero all’interno del cosiddetto “Piano Condor”, un vero e proprio accordo tra le diverse dittature di allora finalizzato all’eliminazione di sindacalisti, intellettuali, studenti, operai e esponenti di sinistra.

bellizziMaria Bellizzi, madre di Andrés e la sorella Silvia, anche loro originarie del cosentino;  hanno trascorso più di 38 anni nel dolore, nel silenzio assordante della giustizia appesantita dalle cosiddette “leggi di impunità”. Fino al 2005 quando vennero aperti i processi. Nel corso degli anni molti genitori che avevano portato avanti la loro battaglia insieme a loro sono morti. Maria e Silvia anche per loro, hanno portato avanti la lotta e oggi l’odissea volge al termine. La memoria storica dell’accaduto, finalmente, cessa di essere cancellata.

I CONDANNATI: Luis Garcia Meza Tejada (ex presidente della Bolivia), Luis Arce Gomez (ministro Interno Bolivia), Juan Carlo Blanco (ministero degli Esteri dell’Uruguay), Jeronimo Hernan Ramirez Ramirez (Cile), Francisco Rafael Cerruti Bermudez (ex presidente del Perù), Valderrama Ahumada (ex colonnello dell’esercito del Cile), Pedro Richter Prada (ex primo ministro del Perù) e German Ruiz Figeroa (capo servizi segreti Perù).

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