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Allarme Uil: «La Calabria ha consultori familiari insufficienti e personale precario»

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Allarme Uil: «La Calabria ha consultori familiari insufficienti e personale precario»

«La Calabria registra un rapporto di 1 consultorio ogni 28.853 abitanti, ben lontano dallo standard previsto dalla normativa nazionale di 1 ogni 20.000 abitanti» denuncia il sindacato

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COSENZA – Sul sistema dei consultori familiari in Calabria pesano “gravi criticità e il quadro che ne deriva è preoccupante e impone un cambio di passo urgente da parte delle istituzioni regionali e nazionali”. Lo segnalano la Uil e la UilFpl Calabria. “In tutta Italia, negli ultimi dieci anni – è scritto in una nota – sono stati chiusi 258 consultori, con una media di finanziamento che si attesta a un misero 1% del totale dell’assistenza distrettuale. In questo contesto critico, la Calabria registra un rapporto di 1 consultorio ogni 28.853 abitanti, ben lontano dallo standard previsto dalla normativa nazionale di 1 ogni 20.000 abitanti. Al 31 dicembre 2023 risultano attivi 64 consultori familiari nella nostra regione, a fronte dei 92-96 necessari, con un deficit strutturale di 28-32 presidi. Pur essendo cresciuto il numero rispetto al 2014 (da 55 a 64), la copertura resta largamente insufficiente, anche considerando la complessità territoriale calabrese”.

Nel 2023, riferisce il sindacato, “la Calabria ha destinato circa 23 milioni di euro ai consultori, pari all’1,77% della spesa per l’assistenza distrettuale (su un totale di 1,3 miliardi). Una percentuale superiore alla media nazionale, ma ancora inadeguata in valore assoluto, soprattutto se confrontata con la gravità delle carenze strutturali, organizzative e di personale presenti sul territorio. Un presidio fondamentale per la prevenzione e la coesione sociale”.

“I consultori – sottolineano Mariaelena Senese, segretaria Uil Calabria e Walter Bloise, Segretario UilFpl Calabria – devono rappresentare un punto di accesso integrato per l’assistenza sanitaria, psicologica e sociale alla persona, alla coppia e alla famiglia. La loro funzione è centrale per la prevenzione, la mediazione familiare, il sostegno alla genitorialità, la tutela della salute femminile e la presa in carico delle fragilità sociali. Tuttavia, il personale è spesso precario, sottodimensionato e afflitto da fenomeni di burnout, con evidenti ripercussioni sulla qualità e continuità del servizio”. Uil e UilFpl lanciano quindi un appello: “aumentare il Fondo sanitario nazionale, con una quota vincolata ai consultori; definire standard minimi di personale operativo in tutte le strutture; stabilizzare i lavoratori precari, assicurando dignità professionale e continuità assistenziale; garantire il pieno adeguamento ai Livelli essenziali di assistenza (Lea); rilanciare il ruolo dei consultori nelle reti territoriali di prevenzione, con équipe multidisciplinari e in stretto raccordo con ospedali, servizi sociali e comunità locali; accelerare l’attuazione del DM77 e l’apertura delle Case della Comunità, ancora troppo poche e spesso non operative”.

“Il nostro obiettivo – proseguono Senese e Bloise – è che si arrivi nel più breve tempo possibile al numero di almeno 96 consultori attivi, come previsto dalla normativa, tenendo conto delle specificità territoriali della Calabria. Un sistema sanitario pubblico, equo e vicino ai cittadini non può fare a meno dei consultori: ignorarne il potenziamento significa colpire le famiglie, le donne, i giovani e tutte le fasce più vulnerabili della popolazione. Investire nei Consultori può contribuire a potenziare la medicina di prossimità, oggi ancora carente.
Bisogna costruire un modello di assistenza sanitaria che garantisca cure preventive, assistenza e supporto ai più fragili”.

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