Lo scandalo Cosenza – Messina, quando venne offerto un milione di lire per un goal
CAMPIONATO 1949/1950 – Storia di un match che si trasformò in una mega-rissa sul campo di gioco.
Siamo nel 1950. Il Cosenza gioca in serie C e lotta per farsi spazio nel calcio che conta. Sarà la gara di spareggio contro il Messina a decidere se i lupi giocheranno il prossimo campionato in B. Una gara tormentata che resterà per sempre impressa nei ricordi degli ultras più attempati. Una gara disputata con in campo delle eccellenze del mondo del calcio dell’epoca: Vittorio Mosele, ex portiere prodigio del Napoli; l’ungherese Fiorian Radu, acquistato dalla Roma in serie A e il cosentino doc Luciano Gisberti anch’egli militante in serie A con il Liguria. Capolista è il Messina. Alla decima giornata la compagine silana straccia i giallorossi con quattro spettacolari reti. La partita si conclude 2 a 4, con l’ultimo goal di Zaro al 90°. Le due squadre domineranno l’intero campionato. I lupi non temono rivali, neanche la Reggina e il Catanzaro riescono a tener testa al team rossoblù. Il campionato infatti terminerà con il derby Cosenza – Reggina dove i tifosi amaranto lasceranno il San Vito dopo aver incassato tre reti senza mettere a segno neanche un goal.
E’ quindi spareggio. Contro il Messina, per la serie B. Si giocherà al Casalbore di Salerno tra migliaia di tifosi. La partita inizia con il primo goal di Del Morgine. Sventolando i vessilli rossoblù si pensa già alla promozione, ma a sette minuti dal termine della partita i peloritani raggiungono il pareggio. Lo stadio è in fibrillazione. Stremati e delusi, i calciatori bruzi vanno ai supplementari. In mezz’ora il campo di gioco si trasforma in un ring. Il giocatore messinese Vellutini sferra un calcio contro Zaro, colpendolo con violenza. E’ l’inizio della rissa. I calciatori smettono di giocare e cominciano ad azzuffarsi. L’arbitro fischia la fine. Lo stesso arbitro a cui Gisberti aveva confessato di aver ricevuto una proposta indecente dall’amministratore unico del Messina, Alfio Restivo.
Al portiere venne proposto il pagamento di un milione di lire in cambio di una rete in favore del Messina. Non avrebbe dovuto far nulla, solo non parare il goal. Ma il calciatore cosentino rifiuta e denuncia l’accaduto anche alla Lega Calcio, in attesa del prossimo spareggio che si diputerà a Como. Pochi i tifosi cosentini sugli spalti. In città la partita sarà trasmessa con un collegamento in diretta al teatro Morelli. Il risultato è una catastrofe 6 – 1 per il Messina. Il Cosenza viene nuovamente relegato alla serie C. Presenta ricorso all’ufficio inchieste della Lega per i tentativi di corruzione manifestati dai peloritani e vince. Al Messina viene imposta la retrocessione coatta, a salire trionfante in serie B è il Cosenza Calcio 1914. Ma non per molto. Il Messina denuncia per diffamazione i consiglieri della Lega Calcio che hanno accertato il reato, il suo appello viene accolto e le dichiarazioni dei periti vengono ritenute false anche se, stranamente, le denuce presentate dal Cosenza verranno reputate veritiere. La situazione si ribalta nuovamente. Il Messina in B, i lupi in C. Uno scandalo. Un’ingiustizia. Una delle tante che segneranno la vita del Cosenza Calcio.