Rende, terremoto giudiziario. Nell’inchiesta lavori, appalti e “affidamenti” sospetti
RENDE – La nuova bufera giudiziaria sul comune di Rende, che ha portato a 24 misure e 3 arresti, ha inizio nel 2018 e riguardava l’affidamento di alcuni lavori da effettuare nel territorio. Successivamente vengono messi sotto la lente d’ingrandimento una serire di interventi effettuati in città. In particolare la sistemazione del piano viabile e la messa in sicurezza di Contrada Cutura, quella di via Piemente, in località Piano Monello, e in altre zone del comune di Rende come i lavori di pulizia fiume Surdo per verificare delle perdite alla rete fognaria. Qui, gli inquirenti, alla luce di ulteriori acquisizioni probatorie intervenute, avrebbero ricostruiito una serie di illeciti riguardanti affidamenti diretti e gare d’appalto sospette.
In particolare, i lavori per il completamento del Palazzetto dello Sport, quelli “urgenti di manutenzione straordinaria del cimitero comunale, sede municipale e piazzetta Padre Pio Villaggio Europa”, la gara d’appalto per la gestione del centro diurno per minori “Madre Teresa di Calcutta”, quella relativa all’affidamento in concessione del servizio di gestione del Centro Anziani, l’affidamento diretto dei lavori relativi alla riparazione della rete fognante in contrada Ospedale, gli interventi di riqualificazione sociale e culturale di Viale dei Giardini-Villaggio Europa e quelli per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate.
Ancora, il servizio di trasporto a supporto di persone con disabilità, i lavori pubblici effettuati in via Slovenia, il noleggio a freddo dei mezzi d’opera di una società, oggetto del provvedimento cautelare da parte della società in house Rende Servizi s.r.l., l’occupazione abusiva del parco pubblico “Georcelli” e la predisposizione dei bandi di gara inerenti alcuni appalti pubblici relativi all’adeguamento sismico di immobili ubicati nel territorio di San Vincenzo La Costa.
Nell’inchiesta della Procura guidata da Mario Spagnuolo e condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, della Compagnia di Rende e dalla Guardia di Finanza, ribattezzata “Operazione Malarintha” sono state sequestrate anche sei società. Tutti gli indagati sono accusati, a vario titolo, di corruzione, rivelazione di segreto di ufficio, falso in atto pubblico, turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, peculato, abuso in atto d’ufficio.