Amaco «l’affitto al Consorzio Autolinee era e rimane l’unica possibilità. Privatizzazione fuori da ogni reale prospettiva»

Mario Rocco Carlomagno presidente del Consorzio Autolinee: «con l’affitto del ramo di azienda di Amaco, l’esercizio affidato al Consorzio Autolinee TPL avrebbe realizzato una rete organizzata di servizi pubblici di trasporto che congiungesse tutte le località conurbate intorno alle Città di Cosenza, Rende e Castrolibero. Insensato parlare di privatizzazione per una azienda fallita»

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COSENZA – «L’articolo apparso il 25 febbraio scorso sulla stampa propone nuovamente la problematica del servizio pubblico di trasporto nell’area urbana Cosenza-Rende-Castrolibero. Si riferisce in particolare all’istituzione, a cura dei tre Comuni interessati, di un ufficio denominato “Ambito territoriale di area urbana” che deve essere sovraordinato alla pianificazione dei servizi di trasporto pubblico. Il circolo di Cosenza della “Calabria che vuoi”, in proposito, formula una serie di domande alle quali, allo stato, è difficile dare delle risposte compiute. Ma ci dà la possibilità, dopo le vicende che hanno coinvolto l’Amaco, di tornare sull’argomento per poter esporre alcune considerazioni». È quanto scrive una una nota Mario Rocco Carlomagno, presidente del Consorzio Autolinee Tpl Srl, in merito alla vicenda Amaco che a fine anno aveva rifiutato l’offerta presentata.

Amaco ha puntato ai servizi extraurbani senza copertura finanziaria

«Possiamo affermare che fra le ragioni che, con il protrarsi nel tempo, hanno provocato uno squilibrio insostenibile al punto da condurre al fallimento Amaco, è da ascrivere ad una sorta di accanimento della politica locale ad indurre l’azienda urbana a travalicare i confini urbani per sviluppare servizi suburbani ed extraurbani spessissimo senza copertura finanziaria. Questo accanimento, non essendo basato su una pianificazione generale dei servizi e forzando in modo estremamente brutale le normative in vigore in materia di affidamento dei servizi di TPL, ha lentamente portato Amaco a trascurare la propria missione, svilendo il trasporto cittadino e perdendo utenza, incassi e credibilità. Ovviamente gli amministratori della Città capoluogo negli anni scorsi hanno usato metodi sbagliati e hanno adottato soluzioni inidonee per tentare di risolvere un problema reale consistente nella necessità di una rete di servizi di area urbana unica stante le specificità della conurbazione Castrolibero, Cosenza, Rende e Unical.

Fitto del Ramo Amaco TPL al Consorzio unica possibilità realizzabile

«Paradossalmente e fortunatamente l’ipotesi di affitto al Consorzio Autolinee del ramo Amaco TPL era e rimane unica possibilità, in questo ultimo scorcio di fase transitoria degli affidamenti che scade il 31/12/2026, per poter realizzare subito una integrazione dei servizi in modo da definire una rete unica di trasporto, in relazione alla contingente cessazione dei contrapposti interessi aziendali esistenti in precedenza. Occasione quindi unica e irripetibile per i cittadini, però trascurata e messa da parte per tutelare piccoli interessi di qualcuno. Le notizie, pubblicizzate da qualcuno, che paventavano chissà quali azioni padronali ed una privatizzazione, ancorché da non demonizzare, erano assolutamente fuori da ogni reale prospettiva trattandosi, in realtà, di mero affitto di ramo di azienda fallita e, quindi, tutt’altro che appetibile».

Ci si preoccupa dei posti di lavoro dimenticando i servizi pubblici

«Con l’affitto del ramo di azienda di Amaco, l’esercizio affidato al Consorzio Autolinee TPL avrebbe realizzato ciò che molti Amministratori pubblici, a partire dall’on.le Giacomo Mancini, avevano auspicato: una rete organizzata di servizi pubblici di trasporto che congiungesse tutte le località conurbate intorno alle Città di Cosenza, Rende e Castrolibero. Peraltro, avendo il Consorzio l’affidamento dei servizi pubblici che collegano anche lo scalo di Montalto, si sarebbe potuto aggiungere anche tale località che ormai gravita, senza soluzione di continuità abitativa, su Rende e sull’Unical.
La eccezionale stranezza della presa di posizione da parte di alcuni soggetti, Enti pubblici e soggetti privati, nella vicenda Amaco, è che si sono sempre unicamente riferiti alla salvaguardia dei livelli occupazionali senza mai prendere in considerazione la quantità e qualità dei servizi pubblici da offrire alla collettività: la base essenziale per poter poi determinare anche la forza lavoro, oltre alle disponibilità dei mezzi e dei servizi necessari ad assolvere alla domanda di trasporto. Si è quindi rovesciato un processo che non poteva, quindi, essere una sintesi proficua, rilevatasi poi, nei fatti, del tutto fallimentare».

La soluzione Cometra? società consortile senza servizi di linea

«Altra stranezza della vicenda si è palesata con la soluzione prospettata da alcuni di affidare i servizi al Cometra. Bisogna approfondire ciò che si propone. Tale entità è una società consortile che non gestisce neanche un servizio di linea e non ha neanche un dipendente: i servizi affidati a tale Società consortile sono eserciti dalle aziende socie. Le Consorziate, che potevano avere titolo a partecipare alla gara, hanno deciso di stare alla larga per evitare ricadute negative su di loro. Probabilmente, un conto è fare impresa con la protezione e il paracadute della Politica e altro invece competere in una pubblica gara. Peraltro, trattandosi di Società fallita su istanza della Procura probabilmente le Consorziate Cometra hanno ritenuto che la loro Società non avesse neanche i requisiti professionali richiesti nel bando non avendo dipendenti e non avendo fin ora esercito direttamente neanche un bus/km».

Consorzio unico a presentare l’offerta per il bene del territorio

«Viceversa, la vera ragione che ha indotto il Consorzio Autolinee TPL a presentare l’offerta, ed a risultare assegnatario della gara, sta nella volontà e nel desiderio di far qualcosa di utile per il nostro territorio e nello specifico per poter iniziare a sperimentare un servizio integrato e coordinato nell’area urbana superando steccati e antiche incomprensioni, non certamente perché si trattava di un “affare”. Ricordo che gli attuali affidamenti scadono il 31/12/2026 e sul dopo nulla ci è dato ancora conoscere, ma è verosimile credere che sarà inevitabile l’avvio di procedure di confronto di mercato, per come dettato anche dalla normativa europea. Consorzio e AMACO potevano quindi costituire un’unica gestione risultando per tutti gli interessati una ottima palestra per allenarsi a competere e, comunque, per offrire ai cittadini da subito un servizio di trasporto unico ed organico nell’area urbana. Ma purtroppo abbiamo, al di là di qualche formale apprezzamento, trovato un muro di ostilità e bugie che ci ha indotto a desistere».

Insensato parlare di privatizzazione per una azienda fallita

«La bugia più grossolana è stata quella di paventare un disegno mirato alla privatizzazione di Amaco. Non pare possibile e sensato parlare di privatizzazione di una azienda fallita la cui unica alternativa all’affitto è la messa in liquidazione. Eppure anche nella politica e fra i lavoratori ha fatto presa tale sciocchezza. In realtà con l’affitto del ramo d’azienda, salvo il soggetto gestore che sarebbe stato il Consorzio Autolinee sotto diretta sorveglianza del Curatore dell’Amaco, sino al 31\12\2026 sarebbe rimasta in Cometra e iscritta in ASSTRA e i lavoratori avrebbero mantenuto il medesimo stato giuridico e contrattuale. Altra eccezionale stranezza il comportamento delle Organizzazioni sindacali, solitamente propenso a confrontarsi su tutto senza minare la propria autonomia. Ebbene il Sindacato, nella fattispecie, ufficialmente ha tenuto sempre un atteggiamento ostile al punto di rifiutare pregiudizialmente anche il tavolo di confronto previsto dalla stessa legge fallimentare. Inspiegabile perché il Consorzio si era impegnato a non ridurre i livelli occupazionali, anticipando che tutte le misure di efficientamento le avrebbe poste in essere di concerto e in accordo con le OOSS. Strana e irrazionale chiusura al punto da far ipotizzare inusuali condizionamenti esterni. Peraltro, il piano dei servizi in forma integrata, che le OOSS inopinatamente si sono rifiutate di affrontare, avrebbe potuto potenzialmente comportare un fabbisogno di personale operativo maggiore di quello posto a base d’asta».

In Calabria l’80% dei servizi di trasporto pubblico è svolto da privati

«Anacronistico, comunque, appare la pregiudiziale contrarietà all’impresa privata posto che in Calabria l’80% dei servizi di trasporto pubblico di persone viene da sempre svolto da imprese a capitale privato. Tutto ciò ha fatto naufragare una possibilità di creare una organizzazione dei servizi pubblici di trasporto nell’intera area cosentina, omogenea ed efficace al fine della soddisfazione della domanda di trasporto della collettività interessata, accompagnata da una efficace sperimentazione che non avrebbe potuto fare altro che ricercare i vari punti di attrazione e predisporre una innovativa offerta di trasporto che inducesse le persone ad abbandonare la motorizzazione privata per privilegiare la tutela dell’ambiente ed assimilare le nostre comunità a quelle che, a ragione, sono indicate come quelle che hanno un maggior grado di civiltà. È del tutto evidente che la creazione di un sistema avanzato ed integrato non avrebbe potuto prescindere dalla partecipazione attiva degli Enti locali interessati. Nulla è cambiato con l’avviso pubblico di nuova gara indetta per la sola vendita del ramo di azienda Amaco il 26 febbraio u.s., che era già in precedenza andata deserta e che evita l’affitto per il quale il Consorzio Autolinee Tpl aveva nel bando precedente presentato la propria offerta con l’attribuzione della gara».

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