Asili nido Cosenza: “gravi inadempienze del Comune, la pazienza delle lavoratrici è finita”

Usb: "Se il Comune di Cosenza non si farà carico delle sue responsabilità e non garantirà soluzioni immediate e concrete, siamo pronti a intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare i diritti delle lavoratrici e garantire la continuità del servizio"

COSENZA – “Nonostante lo stato di agitazione proclamato e l’intervento della Prefettura, che ha chiesto al Comune di organizzare un incontro con il Sindaco per trovare una soluzione, a oggi non sono arrivate risposte concrete. Le lavoratrici degli asili nido e le famiglie continuano a vivere nell’incertezza, con il serio rischio che il servizio venga nuovamente sospeso”. A denunciare nuovamente la situazione è l’USB Cosenza Lavoro Privato. 

“La totale responsabilità è da rintracciare nei ritardi tecnici da parte del Comune. Non possiamo permetterci l’eventualità dell’interruzione, soprattutto dopo aver già perso i primi 15 giorni di settembre. Questo non solo compromette la stabilità lavorativa delle educatrici, ma mette in difficoltà le famiglie che hanno scelto di affidare i loro bambini alle strutture comunali. L’atteggiamento del Comune, fatto di ritardi e mancanza di risposte, sta spingendo molte famiglie a rivolgersi a strutture private, minando la fiducia e la qualità eccellente del servizio che le lavoratrici degli asili nido comunali hanno sempre garantito.

L’operazione trasparenza promessa dal sindaco Caruso mai realizzata

“Durante la campagna elettorale, il sindaco – prosegue il sindacato – aveva promesso un’operazione trasparenza, volta a smascherare illeciti e disfunzioni all’interno del Comune ereditati dalla precedente amministrazione. Quella promessa di cambiamento e legalità, che avrebbe dovuto portare a una maggiore efficienza e trasparenza nell’amministrazione pubblica, è rimasta lettera morta. Ad oggi, non c’è stata alcuna reale azione concreta in tal senso. Il tanto sbandierato impegno contro le irregolarità interne è svanito nel nulla, e i problemi strutturali del Comune rimangono irrisolti, danneggiando ulteriormente i cittadini. Ad oggi, il Comune ha dimostrato una preoccupante mancanza di organizzazione e trasparenza. Le lavoratrici, che già operano in condizioni contrattuali precarie, si ritroveranno con giorni di lavoro in meno nello stipendio, mentre cresce il dubbio sulla pubblicazione e i contenuti del nuovo bando di gestione. Non è chiaro se verranno accolte le richieste di un aumento orario e un miglioramento delle condizioni contrattuali delle 35 operatrici, fondamentali per la continuità del servizio che garantisce assistenza a oltre 100 bambine e bambini. Inoltre, le poche ore di lavoro assegnate alle educatrici – appena 17,5 ore settimanali – sono totalmente insufficienti per far fronte al carovita e alle moderne condizioni di vita. In un contesto in cui i costi dell’energia, dei beni di prima necessità e degli affitti continuano a salire, è impensabile che si possa mantenere un livello di vita dignitoso con contratti part- time così esigui”.

“È scandaloso che le lavoratrici, che ogni giorno svolgono un lavoro essenziale per la comunità, debbano subire questa precarietà. Un immobilismo politico inaccettabile È inaccettabile l’immobilismo politico del Comune di Cosenza, che sembra incapace di attivarsi per intercettare nuovi fondi dalla Regione, dallo Stato o dall’Unione Europea. Ogni giorno si parla di migliorare i servizi e difendere i diritti dei lavoratori, ma nei fatti si assiste a una mancanza di volontà concreta di mettere in pratica ciò che si professa. Non basta dichiarare buoni propositi; servono azioni concrete per tutelare il futuro delle lavoratrici e delle famiglie. Il Comune deve dimostrare di voler cambiare rotta e affrontare le difficoltà con la stessa serietà che i cittadini si aspettano. Il dissesto finanziario non può essere una scusa Siamo stanchi di sentire il Comune di Cosenza giustificare le proprie mancanze dietro lo scudo del dissesto finanziario. Non si può continuare a scaricare le colpe di una cattiva gestione economica sulle spalle di chi, con sacrificio e dedizione, garantisce ogni giorno un servizio pubblico essenziale”.

“È inaccettabile che, in un Paese che promuove campagne nazionali e locali sulla dignità lavorativa, sul salario minimo e sui diritti dei lavoratori, si consenta a livello locale di appaltare servizi che calpestano la dignità delle persone e offrono zero prospettive di crescita. Stipendi in aumento per i politici, ma non per i lavoratori Mentre le lavoratrici degli asili nido lottano per condizioni dignitose, lo Stato ha previsto aumenti significativi degli stipendi per i Sindaci, Vicesindaci e Assessori. Per il Comune di Cosenza, capoluogo di provincia con oltre 50.000 abitanti, l’indennità del Sindaco passerà dagli attuali 4.830 euro mensili a ben 9.660 euro entro il 2024. Quasi il 100% di aumento. Anche i Vicesindaci e gli Assessori vedranno un forte incremento delle indennità, mentre le lavoratrici che garantiscono servizi essenziali restano al margine. È paradossale che si trovino fondi per incrementare gli stipendi dei politici, mentre chi ogni giorno garantisce assistenza e supporto ai bambini e alle famiglie continui a vivere nell’incertezza”.

Confermato lo stato di agitazione

“Se il Comune volesse davvero dimostrare solidarietà e responsabilità, potrebbe decidere di tagliarsi gli stipendi in ogni suo livello e ridistribuire quelle risorse ai lavoratori in difficoltà, come atto concreto di sostegno alla comunità che serve. Si conferma lo stato di agitazione; la pazienza delle lavoratrici è finita. Se il Comune di Cosenza non si farà carico delle sue responsabilità e non garantirà soluzioni immediate e concrete, siamo pronti a intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare i diritti delle lavoratrici e garantire la continuità del servizio. Non ci fermeremo – conclude l’Usb – finché non verranno rispettate le richieste legittime di migliori condizioni contrattuali, un aumento delle ore lavorative e la piena tutela dei posti di lavoro. La nostra lotta è per la dignità delle lavoratrici, per il futuro degli asili nido e per il diritto delle famiglie cosentine a un servizio educativo di qualità”.

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