Banco Alimentare ‘sfrattato’, Romeo «abbiamo individuato una sede, preoccupa il silenzio della Regione»
"Io rinnovo l'appello al presidente Occhiuto affinchè si renda conto che noi non assistiamo un quartiere o una parrocchia, ma ben 620 enti e associazioni, mense per i poveri..."
COSENZA – E’ un dato di fatto: il Banco Alimentare dovrà lasciare la sede dell’ec Comac di Montalto e trasferirsi, armi e bagagli, in un altro posto. Ma il silenzio delle Istituzioni, soprattutto della Regione Calabria, restituisce amarezza visto il grande impegno del banco nel settore welfare. A sottolinearlo ai microfoni di Rlb, è il direttore del Banco Alimentare Gianni Romeo, che nonostante tutto è fiducioso “faremo il possibile per riprendere al più presto le nostre attività al servizio degli altri”.
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“Le attività per il territorio della Provincia di Cosenza sono sospese. Siamo stati costretti perchè non si sono create le condizioni per poter rimanere dove eravamo. Ci è stato intimato di lasciare i locali – spiega Romeo – e non vogliamo costituire un problema per i nuovi proprietari. Ci dispiace solo che dobbiamo dedicarci non alla nostra missione ma a vicende burocratiche e di trasloco”.
Romeo spiega che una nuova sede sarebbe stata già individuata, nella zona industriale di Rende, ma “ora dobbiamo occuparci delle attività logistiche di trasloco faranno slittare le attività del Banco Alimentare. Ci sono infatti una decina di Tir carichi di derrate alimentari – spiega – alcuni dirottati in altre province, ma anche celle per i surgelati, impianti, frigoriferi, uffici”.
“Il silenzio di alcune istituzioni ci preoccupa”
“Io ringrazio il vescovo Checchinato che si è sempre interessato al Banco Alimentare e tutte quelle persone e associazioni per la vicinanza dimostrata; non possiamo che rassicurare che faremo le cose più velocemente possibile. Non ci siamo mai fermati dal 1996, neanche durante la pandemia”.
“Quello che ci dispiace è il totale silenzio delle istituzioni che definisco preoccupante. Io rinnovo l’appello alla Regione e di conseguenza al presidente Occhiuto affinchè si rendano conto che noi non assistiamo un quartiere o una parrocchia, ma ben 620 enti e associazioni, mense per i poveri, caritas parrocchiali, associazioni di volontariato, comunità di accoglienza. Sono tutte quelle realtà che sostengono il Welfare in Calabria e le persone che sono in difficoltà. C’è il dovere di adoperarsi per questo e il banco alimentare non può essere lasciato solo ad affrontare problematiche così complesse. Tranquillizziamo che le attività riprenderanno presto, e che faremo meglio di prima”.