“Basta morti per malasanità”: a Cosenza la protesta per Serafino Congi

L'appuntamento è per martedì 4 febbraio sotto l'Asp di Cosenza dove si terrà un presidio: "scendiamo in piazza per gridare giustizia"

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COSENZA – “La tragica morte di Serafino Congi, 48 anni, padre di due bambine, rappresenta una vergogna che pesa su tutta la classe politica e dirigente responsabile del disastro sanitario in Calabria”, scrivono in una nota gli organizzatori di diversi comitati del territorio. Sul caso del 48enne è stata aperta anche un’inchiesta da parte della Procura di Cosenza mentre un’indagine interna è stata avviata dall’Asp.

Dopo oltre tre ore di attesa al Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore, il 4 gennaio scorso, a causa dall’assenza di un medico a bordo dell’ambulanza, Serafino è deceduto durante il trasferimento verso l’ospedale di Cosenza. Questo dramma non è una fatalità, ma l’esito diretto di un sistema sanitario distrutto da tagli, disorganizzazione e indifferenza. Nel trigesimo della morte di Serafino scendiamo in piazza per gridare che pretendiamo giustizia, pretendiamo risposte immediate, perché se Serafino quel giorno avesse avuto qualche possibilità di sopravvivere, sicuramente gli è stata negata con l’assenza di interventi immediati.

La morte di Serafino è il simbolo di una regione dimenticata, dove ammalarsi è diventato un lusso e vivere è un rischio. Non possiamo più tollerare che chi è chiamato a tutelare il bene pubblico si renda complice della distruzione di un sistema sanitario già allo stremo. Ci rivolgiamo ai dirigenti dell’ASP, agli amministratori locali e alla Regione Calabria: siete responsabili di questa strage silenziosa. Vogliamo fatti, non promesse. La salute non è un privilegio per pochi, è un diritto universale e non accettiamo che venga calpestato per favorire chi specula nella sanità privata.

Invitiamo tutte e tutti a unirsi al presidio sotto la sede dell’ASP di Cosenza: martedi 4 febbraio, ore 14:30 su Viale degli Alimena, 8, Cosenza. Scendiamo in piazza per Serafino e per chi, come lui, non ha più voce”.

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