Bergamini: 35 anni dal giorno della sua morte, una vita spezzata e la condanna dell’ex fidanzata
Oggi il trentacinquesimo anniversario dalla morte del calciatore originario di Argenta. Dalla scomparsa alla sentenza per l'ex fidanzata Isabella Internò, il ricordo del centrocampista tanto amato dai cosentini
COSENZA – Sono trascorsi esattamente 35 anni dalla morte del calciatore rossoblu, avvenuta il 18 novembre 1989. Una data che tutti ricordano con dolore e tristezza. Aveva 27 anni Denis, ed era un centrocampista di talento. Quel giorno di 35 anni fa, venne trovato senza vita sulla Statale 106 Jonica, nei pressi di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza. Bergamini secondo quanto emerso dai primi riscontri era stato investito da un camion mentre si trovava fuori dal suo veicolo, che si era fermato a bordo strada.
Ma le circostanze di questo incidente erano subito sembrate dubbie. Poi si parlò di suicidio, ma anche questa versione fu fortemente contestata dalla famiglia e dai suoi amici. Bergamini era un ragazzo che non dava segnali di disagio e che, anzi, sembrava avere una vita normale e serena. La sua morte suscitò sospetti e alimentò numerose ipotesi. Da qui il coinvolgimento della fidanzata dell’epoca, Isabella Internò, che sembrava essere la figura centrale nei giorni immediatamente precedenti alla morte di Denis. Dettagli e circostanze poco chiare che portarono alla riapertura delle indagini dopo anni. Nel 2012 la Procura di Castrovillari riapre il caso, e nel 2016 la svolta quando il giudice ordinò la riapertura delle indagini.
La condanna a 16 anni per Isabella Internò è arrivata dopo una lunga battaglia legale, durante la quale è emerso un quadro ben diverso rispetto alle prime ipotesi sulla sua morte. Il caso, che ha avuto ampio risalto mediatico, e la Internò è stata condannata dopo un lungo iter giudiziario che ha portato alla luce la dinamica di quello che è stato un omicidio. La condanna a 16 anni segna un punto di svolta per la giustizia legata alla morte di Bergamini. Un processo ha finalmente offerto una risposta ai tanti interrogativi che per decenni hanno avvolto il caso, e ha portato alla luce una verità sconvolgente.
Tuttavia, la morte di Bergamini rimane una tragedia che ha segnato non solo la sua famiglia e i tifosi, ma anche l’opinione pubblica, con la consapevolezza che il suo tragico destino è stato il risultato di un omicidio. Oggi, come ogni anno dal 1989, in molti lasceranno un fiore davanti alla lapide realizzata sul tratto della 106 dove venne trovato senza vita, a Roseto Capo Spulico. “Ora Denis può volare“, ha dichiarato la sorella Donata a seguito della sentenza del processo per l’omicidio del fratello e anche oggi il ricordo va ad un ragazzo, ad calciatore promettente la cui ultima partita è stata il 12 novembre 1989, contro il Monza, prima di trovare la morte 35 anni fa.