Caos acqua, ecco perché scarseggia nei rubinetti del Cosentino

In Calabria vengono erogati 277 litri al giorno per abitante, ben oltre la media nazionale dei 236 litri. Ecco perché non arrivano ai rubinetti dei consumatori

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COSENZA – Tanta acqua alle sorgenti e poca nei rubinetti. Un paradosso che tanti calabresi subiscono quotidianamente. In particolar modo in alcune zone dell’area urbana e dell’hinterland cosentino. Eppure ufficialmente in Calabria vengono erogati 277 litri al giorno per abitante, ben oltre la media nazionale dei 236 litri. La Regione è la terza d’Italia per disponibilità idrica (dati: Libro Bianco del Valore dell’Acqua 2024). E nel Blue book 2024 risulta avere “una disponibilità idrica adeguata a soddisfare i fabbisogni” e “regolarità dei servizi di approvvigionamento”. I suoi più grandi acquedotti sono gestiti dal 2004 da SORICAL che oggi è diventata gestore unico del servizio integrato: dal prelievo alla fonte fino alla depurazione. E riscuoterà le bollette di cittadini e imprese subentrando ai municipi, in teoria, entro la fine del 2024.

Il ruolo di SORICAL

La gestione dell’intero ciclo idrico di tutti i 404 Comuni calabresi sta transitando nelle mani di SORICAL. Entro il 31 dicembre 2026 avrà in carico il servizio per l’intera popolazione ed oltre 1 milione di utenze attive. Un’operazione che le consente di acquisire: 792 sorgenti, 1.200 serbatoi, oltre 9.254 chilometri di reti idriche, 7.800 chilometri di reti fognarie e 536 impianti di depurazione. Allo stato dell’arte ufficialmente distribuisce l’acqua potabile a 380 Comuni ed enti attraverso 4.500 chilometri di condotte, 236 sorgenti, 2 dighe e 14 impianti di potabilizzazione. La società che ha debiti in bilancio per circa 119 milioni di euro e un valore della produzione di 123 milioni di euro, riscuoterà a breve le tariffe uniche stabilite dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Attualmente SORICAL ha circa 250 dipendenti e i loro stipendi nel 2023 sono costati 14 milioni di euro. Da 20 anni ha l’incarico per “il completamento, l’ammodernamento e l’ampliamento” della rete e “lo svolgimento del servizio idropotabile all’ingrosso in favore di tutti gli utenti/Comuni calabresi” per effetto di una convenzione con la Regione Calabria. Il nuovo ente ARRICAL (Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria a cui partecipano tutti i comuni calabresi) le ha affidato la gestione dell’intero ciclo, dalle sorgenti in montagna agli scarichi in mare, fino al 2052.

La qualità dell’acqua di SORICAL

La salute dei calabresi passa anche dall’acqua che arriva nei loro rubinetti. Nel 2023 non sono state notificate infrazioni di carattere ambientale a carico di SORICAL. Il suo operato però non è esente da rischi. I pericoli sanitari connessi alla gestione del ciclo dell’acqua, non sono solo collegati alla potabilizzazione, ma anche alla corretta gestione dei reflui fognari e dei fanghi di depurazione. A documentarlo è la stessa società nella Relazione sulla Gestione al Bilancio approvata ad aprile 2024. L’atto spiega che misurazioni e autocontrolli periodici della qualità dell’acqua sono usati per prevenire conseguenze sulla salute umana dei processi di potabilizzazione utilizzati. I laboratori SORICAL sembrerebbe però siano in affanno.

Lavorano “sia pure tra le tante criticità strutturali della stessa struttura Laboratorio Analisi, con conseguenti quotidiane difficoltà, legate in particolar modo a carenza di personale e vetustà strumentale, pur a fronte di un crescente impegno richiesto a tale struttura dalle già vigenti e nuove emanazioni normative”. Dispongono di poco più di 150mila euro di macchinari/attrezzature e nel 2023 hanno chiesto supporto a laboratori esterni per circa 30.000 euro di analisi. In più per quanto riguarda le certificazioni e il percorso di accreditamento “il lavoro compiuto si è arenato, per oggettivi limiti in termini di risorse umane, dotazioni strumentali, fattori organizzativi, a fronte della necessaria, improcrastinabile attività di audit che Accredia avrebbe dovuto effettuare, secondo la programmazione da loro inviata, nel periodo aprile/maggio 2022 sul laboratorio”.
L’acqua arriverà con la Diga sull’Esaro

È in costruzione dal 1979 l’opera utile a garantire forniture costanti di acqua nelle case della Sibaritide e di buona parte del Cosentino. Una delle soluzioni migliori per risolvere l’approvvigionamento idrico della provincia di Cosenza sarebbe infatti il completamento della Diga sull’Esaro. Un’opera che finora si stima abbia drenato ben 500 milioni di euro. Al momento sembrerebbe ne sia stato completato solo il 20% e che i lavori siano fermi dal 2014. Lo stesso Calabretta nel 2021 ne aveva promesso la ripresa. Intanto del progetto per dar luce alla Diga Esaro nelle gare d’appalto indette dal 2019 ad oggi non c’è traccia.

L’acqua dei laghi della Sila e i nuovi acquedotti

La Sila e la Sibaritide appaiono nel bilancio approvato ad aprile 2024 tra le aree sulle quali SORICAL intende realizzare nuove infrastrutture. Nel dettaglio descrive “interventi più consistenti e di più ampio orizzonte temporale sono quelli relativi allo sfruttamento idropotabile dai laghi silani, in particolare l’incremento della porta-Ampollino-Neto prevede la realizzazione di un nuovo grande acquedotto da Crotone a Corigliano-Rossano, che, utilizzerà anche le portate emunte dalle maggiori falde attraversate”.

SORICAL: “Stiamo fornendo tutta l’acqua disponibile”

A chiarire il perché spesso restano a secco i rubinetti dei residenti dell’area urbana e dell’hinterland di Cosenza è Cataldo Calabretta amministratore unico di SORICAL. “Stiamo fornendo tutta l’acqua disponibile dai nostri schemi acquedottistici. Cosenza la serviamo sia con l’acquedotto Abatemarco che con il Bufalo. Le piogge della scorsa settimana – secondo Calabretta – hanno fatto risalire le portate e ciò ci ha consentito di aumentare l’accumulo dei serbatoi dell’area urbana e degli altri comuni serviti. In ogni caso le portate attuali sono in linea che quelle dello scorso anno e ben più alte rispetto a quelle del 2017 quando abbiamo registrato la più grave siccità degli ultimi anni”. Insomma l’acqua non arriva nelle case, ma anche SORICAL ammette che ve ne è in abbondanza. L’amministratore unico crede si tratti di problemi di pressione e punta il dito contro i Comuni, mentre ne acquisisce le loro funzioni. “Anche a noi arrivano segnalazioni, spesso in alcune zone non c’è pressione per far arrivare l’acqua ai piani alti dei palazzi. Le reti idriche dei Comuni non vengono gestite in modo ottimale da decenni. I problemi – afferma Calabretta – non sempre sono le perdite, ma la fluttuazione delle pressioni che possono creare rotture o dispersione di carico. Ci sono zone alte di Rende, per esempio, che hanno questi problemi”. Ad onor di cronaca, però è da dire che l’acqua non arriva neanche a chi abita ai primi piani.

I lavori in corso

Non sono stati ancora ammessi a finanziamento alcuni progetti PNRR e simile destino hanno avuto 104 milioni di euro di fondi comunitari del bando React Eu. SORICAL dal suo canto per la manutenzione ordinaria ha continuato a spendere ogni anno in totale 10 milioni di euro per tutte le 5 province. Ai lavori di routine associa anche altri interventi. Tra questi appaiono 976.000 euro per “lavori di manutenzione sugli acquedotti ricadenti nella zona di Cosenza” appaltati già nel 2021. I Comuni tra i 6.000 e 10.000 abitanti della Calabria dispongono invece di un totale di 22 milioni di euro per le riparazioni delle perdite e relativi ripristini stradali. “La Regione – afferma Calabretta – ha aperto i cantieri per l’ingegnerizzazione delle reti, sono disponibili circa 20 milioni per tutti i Comuni dell’Abatemarco, tranne Cosenza che ha già usufruito di questo progetto. A breve Sorical subentrerà nella gestione di Acque Potabili SII, quindi Rende, Castrolibero, Luzzi, Altilia e Aiello Calabro saranno gestite direttamente da noi. I tecnici Sorical e della Regione si faranno carico di risolvere questi problemi, in futuro le cose sicuramente miglioreranno”. I cittadini rendesi devono avere pazienza, poi l’acqua arriverà nelle loro case con la stessa efficienza dei vicini cosentini.

L’acquedotto Abatemarco

L’acquedotto Abatemarco è un colabrodo. Lo dimostrano le frequenti. “È lungo circa 80 chilometri con pressioni altissime e attraversa zone impervie. La zona da dove arriva l’acqua è un grande serbatoio naturale, non ci sono alternative ai 900 litri al secondo di acqua potabile che fornisce. Quindi – incalza Calabretta – a tutti quelli che dicono che la Calabria è ricca d’acqua, rispondo che poi l’acqua bisogna portarla nelle case e per farlo ci vogliono infrastrutture adeguate. Anche l’Abatemarco è stato inserito nel piano di investimenti trasmesso e fatto proprio dal Ministero”.

I conti non tornano all’ex commissario

Luigi Incarnato ex commissario liquidatore della SORICAL, ex Assessore Regionale ai lavori pubblici della Regione Calabria nella giunta Loiero e attuale capo gabinetto a Palazzo dei Bruzi solleva dubbi sul fronte dell’Abatemarco che serve 27 Comuni della provincia di Cosenza. “Sull’acquedotto – racconta Incarnato – c’erano delle rotture continue in un punto delicato della condotta verso Sant’Agata d’Esaro che era sempre in frana. Si rompeva 2/3 volte a settimana per cui abbiamo fatto un bypass. Con il progetto Cantiere Abatemarco da 23 milioni di euro è stato definito lo schema idrico. Era anche previsto un investimento immediato da 10 milioni di euro per le riparazioni che la Regione guidata Oliverio mise a disposizione di SORICAL. Questo progetto è stato bloccato. Non è mai partito. Credo sia stato definanziato, non è mai andato in porto.

I lavori di manutenzione straordinaria sull’Abatemarco per i quali erano stanziati quei 10 milioni di euro invece non sono stati fatti. Non hanno indetto neanche la gara d’appalto. Siamo andati con il sindaco Franz Caruso in Prefettura a chiedere contezza quando avevano ridotto la fornitura alla città di Cosenza e SORICAL ha garantito che i soldi c’erano e sarebbero stati spesi. Noi però non abbiamo riscontri di questi lavori e di come siano stati investiti. Nel frattempo le fonti d’approvvigionamento d’acqua del sistema Abatemarco si stanno riducendo per cui diventa essenziale completare la diga dell’Esaro. Ed è tutto fermo”.

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