Cardiochirurgia a Cosenza, Bevacqua e Iacucci: «scelta strategica, i campanilismi non servono a nessuno»
Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci sulla scelta della cardiochirurgia a Cosenza: "decisione che va incontro ad una provincia che conta circa 700.000 abitanti e che necessita di strutture adeguate per rispondere alle crescenti necessità di cura"
COSENZA – Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua e il vicepresidente di minoranza dell’Assemblea Franco Iacucci ribadiscono il loro sostegno alla creazione di una nuova struttura complessa di cardiochirurgia all’Ospedale Annunziata di Cosenza.
«Una decisione – spiegano i due consiglieri dem – che va incontro alle esigenze sanitarie di una provincia che conta circa 700.000 abitanti e che necessita di strutture adeguate per rispondere alle crescenti necessità di cura. È fondamentale sottolineare che la presenza di un reparto di cardiochirurgia a Cosenza non significa sottrarre risorse o opportunità a nessun altro territorio, né minare il funzionamento di strutture già esistenti, come quella di Germaneto a Catanzaro. Al contrario, si tratta di una scelta mirata a garantire la copertura di un’area del 42% della popolazione calabrese, un passo decisivo per potenziare la sanità pubblica e migliorare l’accesso alle cure. La tempestività dell’intervento cardiochiurgico in molti casi è essenziale per salvare la vita. Sarebbe assurdo se la più grande e popolosa provincia della Calabria fosse privata di questo essenziale tipo di assistenza”.
“La presenza di una terza cardiochirurgia pubblica in Calabria – continuano Bevacqua e Iacucci -, a prescindere da altre ipotesi di natura privata, va vista come un beneficio per tutta la regione, in quanto contribuisce a un servizio di salute che deve essere universale e di qualità, indipendentemente dalla provincia di residenza. Vogliamo costruire una sanità che metta al centro i diritti dei cittadini, senza cedere a logiche campanilistiche che ne potrebbero minare il progresso. La nostra regione necessita di scelte condivise che rispondano alle reali esigenze di cura della popolazione, evitando conflitti tra territori e rafforzando il sistema sanitario pubblico”.