Caso Bergamini, via alle controrepliche. Poi camera di consiglio e sentenza. D’Alessio “nessuna pressione”
Iniziate le controrepliche. Il Procuratore D'Alessio «Respingiamo fortemente le allusioni scorrette per legge. Respingiamo fortemente il termine 'complicità'. Primicerio: «la questione retromarcia non ha alcuna importanza»
COSENZA – Ultimo dibattimento, nella Corte D’Assise di Cosenza prima della sentenza sul processo che mira a far luce sulla morte di Denis Bergamini il calciatore del Cosenza trovato cadavere nel novembre del 1989. La Corte, presieduta dalla dottoressa Lucente emetterà il verdetto al termine della Camera di Consiglio preceduta dalle controrepliche del procuratore D’Alessio, il pm Primicerio e degli avvocati di parte civile che difendono la famiglia.
Mentre fuori dal Tribunale si sono radunati diversi tifosi del Cosenza con un sit-in pacifico, l’aula la Corte D’Assise è gremita: oltre all’unica imputata del processo Isabella Internò e il marito Luciano Conte, presenti anche alcuni ex calciatori del Cosenza Calcio: Michele Padovano, Ciccio Marino, Alberto Urban, Gigi Simoni, Ugo Napolitano e con loro anche Padre Fedele Bisceglia. In aula Donata Bergamini con i figli: Andrea, Denis e Alice, il compagno di quest’ultima e una nipote.
D’Alessio: “fare pressioni su questa Corte è da stolti”
È il Procuratore Capo di Castrovillari D’Alessio a replicare per primo alle affermazione del legale della Internò Angelo Pugliese che aveva parlato di connivenze tra la Procura di Castrovillari e la Famiglia Bergamini per aver voluto un processo a tutti i costi. «Respingiamo fortemente le allusioni che sono scorrette per legge. Respingiamo fortemente termini ‘complicità’. La procura – continua D’Alessio – si è concentrata sui fatti con l’obiettivo di offrire alla Corte una prospettiva di sentenza. Eliminiamo le suggestioni da questo delicato processo”. Il procuratore chiosa con forza “fare pressioni su questa corte è da stolti e noi pressioni non ne abbiamo ricevuto“.
“La Glicoforina è attendibile: c’è una sentenza della Cassazione”
“Si è parlato della glicoforina che non piace – prosegue D’Alessio -, ci siamo interrogati, abbiamo discusso a lungo della validità, prendendo in considerazione sentenze della Cassazione. Non è questione di tecnicismi da scienziati, abbiamo trovato una sentenza del 2018 della Cassazione che dice: la glicoforina è attendibile. Non stiamo inventando, non stiamo suggestionando, ma lo stiamo provando! Eliminiamo quindi le suggestioni da questo delicato processo“.
Primicerio “la questione retromarcia non ha alcuna importanza”
La parola è passata poi al Pm Primicerio. “La questione retromarcia non ha alcuna importanza” esordisce il Pubblico Ministero salernitano davanti alla corte di Cosenza in risposta all’arringa di ieri della difesa Internò, la quale sostiene che il povero Denis venne travolto dal camion non una una sola volta ma due. Una quando Bergamini venne parzialmente arrotato dal camion, la seconda, dopo che era già morto, sormontato anche in posizione diversa, quando il mezzo di Pisano fece retromarcia con una sterzata.
“Nel 2017 è stato detto che Bergamini è stato soffocato in mano di terzi, era in limine vitae o già morto con alta probabilità prima di essere messo sull’asfalto supino“. Secondo Primicerio “l’avvocato Pugliese, legale dell’imputata, ha estrapolato un pezzettino di quanto detto da Fineschi e lo ha decontestualizzato“.
“La telefonata prima della morte c’è stata”
“Il pm ha già depositato memoria in cui sono rappresentati gli argomenti per i quali la telefonata nella stanza di Bergamini e realmente avvenuta – sostiene il pm Primicerio che replica così a quanto detto ieri da Pugliese, ovvero che non vi fu mai la telefonata da parte della Internò a Bergamini al Motel Agip e che sti stessi receptionist che lavoravano alla hall dissero non aver mai passato telefonate nella stanza.
«Padovano ha dichiarato che la telefonata è giunta tra le 15 e le 15.30. Molti testimoni hanno riscontrato che la sera stessa Padovano ha riferito ai compagni di quella telefonata. Inoltre Donata Bergamini arrivata a Cosenza ha riferito che Padovano le aveva parlato di quella telefonata. E non emergono elementi di confutazione nemmeno dai receptionist in turno quel giorno“.
“Quello che sappiamo è che Denis Bergamini è stato ucciso”
È il turno di Fabio Anselmo legale della famiglia Bergamini profondamente indignato per le accuse contro la famiglia Bergamini la quale si è detto nell’arringa della difensa della Internò abbia voluto il processo per ragioni economiche: “L’assicurazione cui ha fatto riferimento, avvocato Pugliese, è scaduta. La famiglia non l’ha riattivata”. Sulla questione droga e sul fatto che anche Domizio Bergamini indagò, Anselmo chiarisce: “capite la forza e la dignità di questa famiglia? Domizio Bergamini partì da Argenta e venne qui per assicurarsi di una diceria che gli era stata riferita e che si è rivelata infondata“.
Un commento poi l’avvocato lo rivolge all’atteggiamento conviviale che Pugliese ha avanzato alla Corte nell’arringa di ieri: “credo che al di là di ogni ragionevole dubbio, sono 20 anni che faccio corte d’Assise in giro per l’Italia – conclude Anselmo -, mai sentito un avvocato rivolgersi ai giudici dicendo: quando sarà finito il processo, ci vedremo. Non ho capito il senso di questo riferimento che a me suona proprio male. Se la Internò è colpevole o innocente lo decidete voi, no il popolo, il tifo, gli affetti, ma quello che sappiamo è che Denis Bergamini è stato ucciso“.
Cribari: “se si dice che è stato ammazzato, dovete dire come”
A prendere per ultima la parola è l’avvocatessa Rossana Cribari, difensore di Isabella Internò che continua a sostenere la versione del suicidio e l’innocenza della sua assistita. “Se si dice che è stato ammazzato, dovete dire come, cosa ha fatto, come è stato messo sul manto stradale e come sia stato possibile che nessuno abbia visto nulla. Non ci sono testimoni. Dovevano essere almeno in due o in tre. Non ci sto dormendo la notte perché non capisco come potete basare il vostro convincimento su una prova scientifica che non dà certezza“.