Cento anni dalla morte di Paolo Cappello, il cosentino morto in una sparatoria tra fascisti e socialisti
A 100 anni dalla scomparsa Palazzo dei Bruzi ricorda la figura di Paolo Cappello, il muratore socialista cosentino che morì il 14 settembre del 1924, con diverse inziative
COSENZA – A Cento anni dalla scomparsa Palazzo dei Bruzi ricorda la figura di Paolo Cappello con iniziative organizzate con l’ANPI Provinciale, l’ ICSAIC e la partecipazione della CGIL di Cosenza.
“Per il terzo anno consecutivo mi recherò al cimitero di Cosenza a deporre un mazzo di garofani rossi sulla tomba di Paolo Cappello in occasione della ricorrenza della sua morte”. Lo afferma il sindaco Franz Caruso che annuncia le manifestazioni organizzate per ricordare la figura del muratore socialista che la sera del 14 settembre 1924, nel corso di una sparatoria tra fascisti e socialisti sul ponte di San Francesco, venne ferito gravemente per poi spegnersi, una settimana dopo, al mattino del 21 settembre, presso l’Ospedale civile.
“Quest’anno – prosegue Franz Caruso – sono cento anni dall’assassinio del socialista e martire antifascista, che sarà commemorato con due iniziative che il Comune di Cosenza ha inteso organizzare in collaborazione con l’ANPI Provinciale, l’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea (ICSAIC) e la partecipazione della CGIL di Cosenza. Ritengo indispensabile ricordare la figura di Paolo Cappello che si è battuto con coraggio e determinazione contro il potere dittatoriale in uno dei momenti più bui della nostra storia, dando la vita per affermare la libertà e la democrazia del popolo italiano. Nel momento del ricordo, infatti, non solo si tramanda alle nuove generazioni l’esempio degli uomini illustri che hanno fatto grande la nostra terra e la nostra nazione, ma si rinnova anche un impegno, che mi coinvolge personalmente da sindaco e da socialista, a difendere ed a tenere alti i valori della democrazia, della libertà, della tolleranza e della Pace, sanciti nella nostra Carta Costituzionale”.
Di seguito le iniziative che saranno messe in campo nel centenario della morte di Paolo Cappello:
Il 21 settembre alle ore 11 presso la tomba del martire nel cimitero cittadino ci sarà un momento di raccoglimento e commemorazione di Cappello, con la posa di una corona di garofani rossi, cui interverrà il sindaco della città, Franz Caruso. Subito dopo l’orazione a cura del presidente dell’ANPI Provinciale di Cosenza, lo storico e giornalista Matteo Dalena, sono previsti gli interventi dei presidenti delle sezioni ANPI Città di Cosenza e Presila, Carlo Antonante e Massimo Covello, di Lorenzo Coscarella per l’ICSAIC e Maria Baldassarre per la CGIL.
Il 26 settembre alle ore 18 presso il Museo dei Brettii e degli Enotri, introdotto dalla Consigliera comunale delegata alla Cultura, Antonietta Cozza, è previsto il reading a due voci e in tre atti “Quel garofano spezzato. Paolo Cappello, muratore antifascista 1890-1924” tratto dall’omonimo libro di Matteo Dalena edito da Le Pecore Nere. Dialogherà con l’autore l’editrice Maria Pina Iannuzzi, con l’accompagnamento musicale di Carlo Antonante e Francesca Ricca. E’ prevista inoltre un’introduzione storica a cura dello storico Lorenzo Coscarella.
Paolo Cappello, il muratore morto nella faida tra socialisti e fascisti
Il muratore socialista, Paolo Cappello, fu ferito il 14 settembre 1924, nel corso di una sparatoria tra fascisti e socialisti sul ponte di San Francesco. Si è spento una settimana dopo, al mattino del 21 settembre, presso l’Ospedale civile. Ai funerali parteciparono migliaia di persone in un corteo che, per ordine del prefetto, avrebbe dovuto essere silenzioso, senza bandiere né discorsi pubblici.
Il fatto criminoso maturò in un periodo incandescente della storia del nostro Paese, nelle settimane successive al ritrovamento del corpo del deputato socialista Giacomo Matteotti. Il fascismo era giovane, schizofrenico e ancora scalfibile, socialisti e comunisti denunciavano con forza i brogli elettorali e le violenze delle squadracce: arti spezzati, Camere del Lavoro devastate, quotidiani di opposizione dati alle fiamme nella pubblica piazza.
Paolo Cappello era uno degli esponenti più energici e attivi della sezione socialista cosentina intitolata a Pasquale Rossi, sempre in prima linea nei tentativi di respingere i raid della squadra fascista denominata “La Disperata” e perciò un obiettivo privilegiato dei fascisti. Nonostante una condanna nel processo celebrato a Catanzaro, i militi fascisti imputati del delitto vennero assolti nel successivo celebrato a Castrovillari nel 1925 in piena euforia di regime. Pietro Mancini e Fausto Gullo, avvocati di parte civile, denunciarono pesanti condizionamenti e la militarizzazione del tribunale. Con l’avvento della democrazia la Corte di Cassazione annullò la sentenza di assoluzione e diede ordine di istruire un nuovo processo ma nel 1946 gli imputati beneficiarono della cosiddetta “amnistia Togliatti”. Così il delitto rimase impunito. Piazza Cappello (la ex-sede della casa Littoria nel rione Bianchi) e una targa alla Massa ricordano la figura del martire antifascista. Nel 2016 l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha intitolato a Cappello la sezione provinciale cosentina.