COSENZA – Urne chiuse, bassa affluenza del 26%, e un dato che vede il flop del referendum nella città dei Bruzi. Lo scrutinio definitivo decreta l’esito del Referendum: “No”. La consultazione che ha dato la parola ai cittadini sull’unione tra Cosenza, Rende e Castrolibero si chiude con il 58,23% (14.539 voti) dei No e il 41,02% (10.241 voti) dei Si.
A Cosenza, dove l’affluenza è stata molto bassa (solo il 19%), gli aventi diritto che si sono recati alle urne si sono chiaramente espressi a favore del Si (69,48% con 7.406 voti) mentre la percentuale del “No” è stata del 29,45%, con 3.139 consensi. Inutile sottolineare che gli elettori di Cosenza hanno letteralmente disertato i seggi. Su 55.716 elettori hanno votato 10.655 aventi diritto.
Rende e Castrolibero spingono il No
Il dato è nettamente in controtendenza a Rende e a Castrolibero. Nella città d’oltre Campagnano il No è stato plebiscitario: l’81.43% (8.674 voti) contro il 18,12% dei Si (1.930). Alle urne a Rende si è recato il 33,2% degli aventi diritto.
Risultato netto anche a Castrolibero, centro dell’area urbana che ha fatto registrare l’affluenza più alta (44,7%), dove il No è stato espresso dalla gran parte dell’elettorato, superando il 74,54% (2.726voti) contro il 25.75% dei Si (905voti).
Il dibattito, tra favorevoli e contrari che ha tenuto banco per mesi e che ha attirato l’attenzione di tutta la comunità dei tre centri, si chiude con diverse riflessioni da fare circa l’idea di unire questi tre comuni dell’area urbana, che nelle intenzioni è stata proposta con l’obiettivo di creare una nuova realtà amministrativa più efficiente, capace di affrontare le sfide economiche, sociali e infrastrutturali della regione. Ma è evidente dal dato delle urne, che emergono molti dubbi, soprattutto tra gli elettori di Rende e di Castrolibero, lontani da quelli di Cosenza.
Cosenza, Rende e Castrolibero, territori geograficamente vicini, condividono una serie di problemi comuni e nonostante la vicinanza e la sinergia esistente sono caratterizzati da differenze amministrative e risorse che hanno impedito una gestione più unitaria del territorio.
La consultazione, lo ricordiamo, era stata indetta dal presidente della Regione Roberto Occhiuto, con un decreto emesso l’8 ottobre scorso sulla base della deliberazione adottata dal Consiglio regionale nel corso della seduta del 26 luglio, con la quale é stata approvato la proposta presentata dai consiglieri Pierluigi Caputo, Gianluca Gallo e Pasqualina Straface, di Forza Italia; Luciana De Francesco, Sabrina Mannarino e Pietro Molinaro, di Fratelli d’Italia; Giuseppe Graziano, dell’Unione di Centro, e Katya Gentile, della Lega.
Le preoccupazioni degli oppositori all’unione dei tre Comuni è evidente, anche nel riscontro dei cittadini. La perdita dell’identità locale, la centralizzazione del potere, le diseguaglianze economiche o forse la poca informazione sul processo di fusione; sono tutti elementi che hanno caratterizzato la discussione fino ad oggi e che i cittadini hanno evidentemente espresso con il loro voto. L’esito comunque, non è vincolante alla decisione di completare l’iter burocratico per la fusione dei tre comuni. A margine, riguardo al totale dei preferenze di denominazione della Città Unica, la maggior parte degli elettori che si è espressa ha scelto “Cosenza”.