Concessione revocata del Lorenzon. Coscarella: “un abuso, assolto nel 2012 e la norma non si può applicare”

Fabio Coscarella "I commissari di Rende non hanno neanche approfondito quelli che erano le carte presenti nel CED che trova nella mia persona un casellario giudizio nullo. Chiedo un incontro pubblico, spieghino cosa c'è dietro. Dalla Prefettura un muro di gomma"

RENDE – Il Tar di Catanzaro ha di fatto confermato la delibera dei commissariale di Rende sulla revoca della concessione dello stadio “Marco Lorenzon” di Rende rigettando la sospensiva avanzata dalla società Rende Calcio e dall’imprenditore Fabio Coscarella che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa dove ha attaccato duramente la triade di Commissari parlando di abusi, falsi e di una norma inapplicabile nel suo caso, chiedendo a gran voce un incontro pubblico con i tre Commissari che guidano il Comune di Rende per dare chiarimenti ai cittadini e alla Rende sportiva su una vicenda che rischia di azzerare il Rende Calcio.

Norma 145 non si può applicare “assolto con formula piena nel 2012”

“La vicenda nasce dalla revoca che viene effettuata il 16 aprile – spiega Coscarella – che ci lascia basiti. La revoca fatta dai commissari, si basa su una norma (la 145) che nel mio caso non è applicabile. La norma, infatti, si può applicare trovandosi in presenza di soggetti contigui alla criminalità organizzata o si può revocare una struttura per mafia. I commissari di Rende – evidenzia ancora l’imprenditore – non hanno neanche approfondito quelli che erano le carte presenti nel CED che trova nella mia persona un casellario giudizio nullo. Ma ancor di più il fatto che nel 2012, essendo stato coinvolto in un’operazione, che tengo a precisare non era di mafia ma riguardava un’altra società che non era il Rende Calcio. Bene, dopo 2 anni sono stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste e l’inchiesta riguardava un’altra vicenda rispetto a quella che si sta trattando per lo scioglimento del Comune di Rende”.

Fabio Coscarella

Sanno benissimo che sono stato assolto. Non potevano revocare

Ma la cosa che mi fa riflettere molto e mi lascia basito è che nella relazione Prefettizia nel 2022 si usano verbi al presente: «è imputato… è indagato», quando loro sanno benissimo che nel 2012 sono stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste, ma soprattutto la Procura non ha fatto opposizione e quindi la sentenza è diventata definitiva e irrevocabile. Quindi non potendo applicare l’articolo 145, i commissari non potevano revocare la struttura come invece hanno fatto. È giusto che i cittadini sappiamo cosa si sta combinando soprattutto la Rende sportiva. Abbiamo dato lustro a giocatori e allenatori che ora sono professionisti.

Un carneficina contro il Rende Calcio. Chiedo incontro pubblico

Si sta facendo una carneficina per azzerare il calcio a Rende. Voglio un incontro pubblico con i tre commissari, spiega Coscarella e lo chiedo, perché devono giustificare non tanto a me, ma alla cittadinanza quello che hanno fatto e perché hanno messo in piedi quello che per me è un abuso che rischia di azzerare il Rende calcio. Io mi difenderò con le carte che parlano chiaro ma è giusto che i cittadini e gli sportivi di Rende abbiano le risposte”.

Fabio Coscarella Rende Calcio

Dalla Prefettura un muro di gomma

Ho provato due volte, anche con due comunicazioni PEC, di parlare con il Prefetto che rappresenta per me lo Stato. E lo Stato di deve tutelare ma ho trovato un muro di gomma. Nel momento in cui al Tar presento un casellario nullo e la norma 145 non si può applicare allora siamo di fronte ad un falso. Ripeto voglio un incontro pubblico perché la gente deve sapere”.

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