Cosenza, 3 mesi dalla morte di Ilaria Mirabelli: “Siamo indignate, vogliamo la verità”

A chiederlo Il Collettivo UNITE PER ILARIA che si appella alla Procura di Cosenza nel giornata contro la violenza sulle donne: "non ci arrenderemo finché non emergerà la verità"

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COSENZA – “Il 25 novembre 2024 si celebra la 25° giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e noi, a 3 mesi esatti dalla morte di Ilaria Mirabelli, vorremmo saperne di più. In questi 3 lunghissimi mesi non è stato possibile chiarire alcun dettaglio riguardo alla sua morte”. Così scrive il Collettivo UNITE PER ILARIA.

La Procura della Repubblica di Cosenza, nella molteplicità e complessità delle attività che svolge (descritte dall’art.73 dell’ordinamento giudiziario), nulla fa trapelare in merito agli interrogativi più semplici della vicenda (la dinamica dell’incidente; chi fosse alla guida dell’auto, l’attendibilità dei testimoni). L’ex Procuratore Spagnuolo con la direttiva di servizio nr. 49 del 2017 ha recepito pienamente le nuove disposizioni della c.d. Legge Cartabria riguardanti i comunicati stampa, “veline”, disciplinati dall’art. 5 del decreto legislativo 106/2006. Ciò nonostante ad oggi la città di Cosenza, purtroppo, apprende solo ed esclusivamente dalle ricostruzioni della stampa, le attività intraprese dagli uffici giudiziari della Procura Bruzia riguardo alla tragica scomparsa di Ilaria.

Il tempo dell’attesa per conoscere almeno alcune semplici verità è superiore ai tre mesi. Tre mesi senza una pubblica dichiarazione. Nessun segnale del corso della giustizia, nessun chiarimento sui punti oscuri che ci propinano i media… nulla! L’indignazione iniziale è diventata un rumore di sottofondo, un rantolo destinato a spegnersi. Il Collettivo UNITE PER ILARIA è nato affinché quel rantolo della giustizia non si spenga e rimanga vigile fino al racconto della verità. Siamo donne, amiche, compagne e sorelle di Ilaria come di ogni altra donna in cerca di verità, libertà e giustizia. Siamo quelle che non hanno dimenticato le responsabilità di una Procura sul grave ritardo di verità e giustizia per Denis Bergamini. Siamo quelle che ricordano la nebbia e la colpevole confusione della Procura ai tempi dell’omicidio di Roberta Lanzino. Siamo qui a vigilare e resistere affinché la storia non si ripeta. Siamo un Collettivo di garanzia per tutti quelli che vogliono la Giustizia di Cosenza indipendente dalla prepotenza dei soldi e del potere politico-amministrativo.

La giustizia ha i suoi tempi, che rispettiamo. Nessuno pensi, però, che si possa ancora una volta non fare giustizia a Cosenza. Ci rivolgiamo ai due Sostituti Procuratori, due donne, Donatella Donato e Mariangela Farro: diteci come è morta Ilaria. Fate emergere elementi di verità in tempi ragionevoli che non lascino spazio a nessun fantasma del passato.
Siamo donne consapevoli del valore assoluto dell’art 27 della Costituzione e della necessità che siano i processi penali a dichiarare la colpevolezza di un indagato/imputato. Non abbiamo mostri da combattere ma ideali da difendere. I tempi, la validità e l’imparzialità dei procedimenti che dovranno raccontare la verità di Ilaria sono il nostro unico obiettivo. Vogliamo sapere le ragioni che hanno impedito ad Ilaria di continuare a sorridere e cantare sui gradoni insieme a noi. Non smetteremo di chiedere la verità fino a quando non la farete emergere. E dopo di noi ci saranno altre donne pronte ad unirsi per chiedere verità e giustizia per ogni altra donna che non tornerà a casa la sera. Ci saranno sempre donne libere cosentine che non si lasciano intimidire dai potenti”.

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