Cosenza, acquedotto colabrodo: da gennaio quasi 50 giorni senza acqua per rotture e perdite idriche

Rubinetto a secco a Cosenza e nei comuni dell'hinterland più giorni a settimana. Da gennaio oltre 21 rotture improvvise e lavori su un acquedotto che, è il caso di dirlo, "fa acqua a tutte le parti". E i cittadini lamentano bollette esose «ci diano gratis i giorni in cui non abbiamo avuto l'acqua»

COSENZA – «L’Amministrazione comunale informa la cittadinanza che, a causa di una perdita sulla rete idrica si renderà necessario interrompere la fornitura». Oppure: «interruzione dell’erogazione idropotabile in città per l’esecuzione di alcuni lavori di riparazione della condotta dell’acquedotto Abatemarco». E ancora: «a causa della necessità di provvedere con urgenza alla riparazione di una condotta dell’Abatemarco si rende necessaria la sospensione della fornitura idropotabile».

I cosentini da decenni fanno i conti con la mancanza di acqua in città o di una scarsissima erogazione idrica (si arriva al record di 300 giorni all’anno) e sono oramai abituati a leggere questo tipo di comunicazioni da parte del Comune.

L’Abatemarco il più complesso degli acquedotti calabresi

Partiamo dall’Abatemarco: è il più grande (e al tempo stesso complesso) acquedotto calabrese. Costruito negli anni 70, da lui dipende in gran parte l’erogazione idrica a Cosenza e in 25 Comuni della provincia. Ha una rete di 200 km di condotte ed eroga 25 milioni di metri cubi d’acqua. Dal cuore del Parco Nazionale del Pollino, grazie ad un gruppo di sorgenti di eccezionale abbondanza e purezza: la Favata Alta, la Favata Bassa e, soprattutto, la sorgente Nascejume, la più ricca fra le sorgenti degli acquedotti calabresi, l’acqua arriva nei vari comuni della provincia fino ai grandi centri come Montalto Uffugo, Rende, Bisignano, Carolei, Mendicino, Castrolibero e ovviamente la città di Cosenza. L’acquedotto attraversa però, per oltre 60 km, alcune delle aree geologicamente e morfologicamente più instabili dell’intero territorio calabrese soggette a continui smottamenti, frane e assestamenti.

Acquedotto: il finanziamento sul “Cantiere Abatemarco”

Per la nuova ingegnerizzazione delle reti idriche era nato il progetto “Cantiere Abatemarco”, che prevedeva un finanziamento da 100 milioni di euro circa per ingegnerizzare le reti idriche di numerosi comuni calabresi. Di quel progetto, come aveva evidenziato Davide Tavernise, nulla si è saputo fino ad una sua interrogazione regionale del 2023, ancora mancante di risposta scritta, ferma ad un verbale e laconico “abbiamo finanziato la metà del progetto, proseguiamo con il restante”. Un’interrogazione che in ordine temporale seguiva il mancato accesso ai 104 milioni di euro del bando React Eu per la mancanza di un allegato.

Da gennaio quasi 50 giorni senza acqua per rotture dell’acquedotto

Interruzioni idriche e mancanza di acqua sono causati da rotture e perdite lungo le condotte degli acquedotti cosentini. Non solo L’Abatemarco ma anche il Merone e il Bufalo non sono messi meglio: è un susseguirsi di interventi per rattoppare qua e la, oltre ai naturali lavori di manutenzione ordinaria già programmati. Nell’ultimo mese i rubinetti sono rimasti a secco anche 3/4 giorni in una settimana e non solo a Cosenza ma anche a Rende e nei comuni limitrofi.

L’ultima rottura, che ha coinvolto l’acquedotto Abatemarco ed ha portato alla sospensione dell’erogazione da parte di Sorical martedì scorso ma anche ieri a Rende i rubinetti erano a secco. Facendo un calcolo approssimativo (per difetto) da gennaio ad oggi sono stati più di 20 gli interventi per rotture con quasi 50 giorni in cui l’erogazione idrica è stata sospesa a causa di rotture, guasti e interventi di manutenzione. Diversi gli utenti che hanno lamentato le tariffe esose chiedendo giorni gratis in bolletta tanti quanti sono stati quelli in cui le rotture non hanno fatto arrivare l’acqua nei rubinetti.

Certo, c’è sicuramene chi sta peggio di noi. Parliamo della Sicilia, soprattutto nelle province di Enna, Caltanissetta e Agrigento. Qui la situazione è adir poco drammatica e si è arrivati anche a 60 giorni senza una goccia di acqua dai rubinetti. Ma in Sicilia la crisi idrica è atavica, acuita dallo stop ai dissalatori, dai mancati interventi strutturali sugli invasi e sulle reti, fra dighe incomplete e strutture fatiscenti, oltre ai problemi climatici con la mancanza di precipitazioni anche in inverno che stanno desertificando l’Isola. In Calabria, che è una delle regioni più ricche di acqua, nonostante la siccità negli ultimi anni influisca pesantemente nei periodi estivi anche nella nostra regione, la problematica principale per la mancanza di acqua è dovuta proprio alla rete idrica colabrodo.

A Cosenza perso il 66,5% e riduzione costante dell’erogazione

Nella sola città di Cosenza, le perdite totali in distribuzione raggiungono il 66,5%. Tutto questo a fronte di 17.622 metri cubi di acqua immessa ogni giorno, ovvero 754 pro-capite. Alla fine l’acqua erogata per usi autorizzati scende a 5.903 litri, 253 litri pro-capite. Oltre 300 i giorni in cui i cosentini sono stai costretti alla riduzione del servizio. La performance del servizio peggiora rispetto al 2020, ma il gestore attribuisce in molti casi il risultato a una più corretta registrazione dei volumi.

Perdite idriche Italia

Ma va anche evidenziato che in città prosegue l’opera di ingegnerizzazione delle reti idriche del Comune con una spesa di oltre 8,5 milioni di euro mentre 12 comuni superiore a 5mila abitanti hanno pubblicato o portato a conclusione i bandi di affidamento lavori per oltre 24 milioni di euro. Per quanto riguarda l’ingegnerizzazione delle reti idriche nei 24 comuni serviti dall’acquedotto Abatemarco i bandi superano gli oltre 12 milioni di euro e includono, tra gli altri, i comuni di Rende, Montalto Uffugo, Bisignano, Castrolibero, Mendicino.

ABATEMARCO

Ricchi di acqua ma carenti di sevizi adeguati

La Calabria è ricchissima di acqua ma carente dei servizi adeguati. La nostra regione conta 10 dighe ad uso idroelettrico, 2 idropotabile a gestione Sorical e 8 a uso agricolo. Il servizio idrico integrato invece ha ben 7 traverse di derivazione, 842 pozzi e 1277 sorgenti. L’obiettivo della regione è quello di efficientare il servizio con impatto contenuto sulla tariffa attraverso il piano dei finanziamenti pubblici. Per contrastare la siccità, il ministero dell’Ambiente ha stanziato per la Calabria cinque finanziamenti per un totale di 32,4 milioni di euro nell’ambito del primo stralcio attuativo delle risorse destinate sul piano nazionale al contrasto siccità definite nel piano idrico.

Dei finanziamenti, richiesti dalla Regione Calabria, 20,2 milioni sono destinati ad interventi sulla diga sul torrente Lordo a Siderno (Soggetto attuatore il Consorzio di bonifica Alto Ionio Reggino); 3,3 milioni sono destinati ad interventi di riparazione della traversa fluviale nel fiume Savuto a San Mango d’Aquino (Soggetto attuatore il Consorzio di bonifica Tirreno Catanzarese); 5,3 milioni per interventi sulla sicurezza della Diga di Farneto del Principe a Roggiano Gravina (Soggetto attuatore il Consorzio di bonifica integrale dei bacini settentrionali del Cosentino); 1,3 milioni per interventi di miglioramento ed adeguamento sismico della diga Redisole a San Giovanni in Fiore e 2 milioni per interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza diga di Votturino a Serra Pedace (Soggetto attuatore il Consorzio di bonifica integrale dei bacini meridionali del Cosentino).

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