Cosenza: arriva l’ingiunzione ma le multe erano state pagate. La lettera al sindaco «non si sente a disagio?»
A scrivere è una signora di 73 anni che spiega, aldilà che le due multe sono state già pagate, il disagio provato: «l'ingiunzione ricevuta mi ha turbata parecchio»
COSENZA – Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato delle numerose raccomandate di ingiunzioni di pagamento ricevute dai cittadini di Cosenza, alcune di queste, con un importo da pagare non di poco conto, e senza avere mai ricevuto una notifica dell’atto o verbale. Oggi riceviamo e pubblichiamo la lettera di Mirte Bardelli, 73 anni, di origine toscana, trasferitasi a Cosenza da diversi anni, che si è vista recapitare un’ingiunzione per due verbali relativi all’accesso nella ZTL con il varco attivo. In questo caso però, la signora a suo tempo, aveva regolarmente pagato. Multe che risalgono al 2021, come le altre notifiche arrivate in queste ultime settimane a tantissimi cosentini.
La signora Bardellli però, ha inteso rivolgersi al sindaco di Cosenza, Franz Caruso, al quale ha richiesto l’annullamento dell’ingiunzione di pagamento di 485 euro “palesemente non motivata in quanto i pagamenti richiesti sono stati effettuati nei tempi di legge”, con tanto di documentazione che lo attesta.
“Una procedura vessatoria”
E a questo proposito si rivolge al primo cittadino: «Lei ha autorizzato, avallato e ratificato questa procedura che non esito a definire vessatoria e amorale, in spregio al minimo rispetto e alla “presunzione di innocenza”, cui ognuno ha diritto, incurante e insensibile allo scompiglio ed al turbamento che ricevere tali missive comporta al povero contribuente (già assai tartassato), al quale non viene riconosciuta la minima possibilità di motivare il “presunto” mancato pagamento prima della perentoria ingiunzione, obbligandolo anzi anche all’affannosa ricerca di atti, ricevute, prove, istanze, ecc… ».
«No, aveva fretta di evitare la prescrizione di questi (presunti) crediti e ha buttato la rete, “Ndo cojo coio” per dirla alla romana. Ha pescato anche me che avevo provveduto al pagamento (a leggere la cronaca sembrano illegittimi per vari motivi anche altri atti ingiuntivi), ma Le assicuro che l’impatto mi ha turbato parecchio. Ho 73 anni e 485 euro, sono pari ad un’intera pensione, appena ricevuta la tredicesima, a ridosso di Natale».
“Non l’assale il dubbio dell’inadeguatezza?”
«Ma dico – prosegue la nostra lettrice – non si sente a disagio, non l’assale un dubbio di inadeguatezza, di forzatura, d’ingiustizia, di cattiva amministrazione per non aver esercitato con opportune disposizioni il dovuto controllo sull’operato dei suoi uffici e sulla competenza ed efficacia con cui svolgono il loro lavoro?».
«Lei, con questa deprecabile scelta di operare, forse riuscirà a recuperare qualche credito (mi sa pochi, leggendo la cronaca), ma certamente la sua amministrazione non ne riceverà alcun credito di stima e fiducia, senz’altro non da me e da altri onesti cittadini che hanno la disgrazia di incappare nelle maglie di un’organizzazione amministrativa deleteria anche per l’amministrazione stessa».
«Vigili almeno che l’ingiunzione a me notificata venga annullata senza indugio ,come richiesto, con cessazione immediata degli effetti e, magari, disponga che insieme all’annullamento mi venga recapitata anche una lettera di scuse, se non altro… in spirito natalizio».