Cosenza: asili nido, Usb al sindaco «stato di agitazione continuerà fino a convocazione ufficiale»

Il sindacato Usb Lavoro Privato di Cosenza interviene sulla situazione degli asili nido e delle 35 figure professionali che da anni lavorano per garantire il servizio

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COSENZA – “Apprendiamo delle rassicurazioni dall’amministrazione comunale di Cosenza circa la situazione degli asili nido e delle 35 figure professionali che da anni lavorano per garantire il servizio. Una risposta esclusivamente politica ad una protesta giusta e fondata”. E’ quanto scrive il sindacato Usb Lavoro Privato di Cosenza: “è pretestuoso e opportunistico sottolineare che, in virtù del dissesto finanziario dell’ente comunale, il servizio avrebbe potuto anche essere soppresso in quanto non rientra nei servizi essenziali”.

“Da un lato c’è la norma e un dissesto finanziario certamente non imputabile alle lavoratrici, dall’altro un contesto sociale, economico, territoriale e occupazionale per il quale il Comune non può permettersi altri tagli o passi indietro. Non è certo il primo ente in dissesto finanziario a garantire le educatrici e la mensa per gli Asili Nido, di fatto essenziale aldilà delle lacune normative”.

L’USB di Cosenza e le educatrici sono state informate della volontà della giunta comunale di pubblicare il nuovo bando entro il 31 luglio 2024, prima, e poi di prorogare l’attuale concessione alla ditta incaricata entro quella data. A luglio il sindacato ha ricevuto una comunicazione della ditta affidataria del servizio che ne annunciava la sospensione in quanto non erano ancora pervenute richieste da parte dell’ente appaltante. “Garantire la volontà di prorogare il servizio ma non aver ancora ottemperato alla proroga stessa, non ha nulla a che vedere con l’impegno concreto e le tempistiche annunciate”.

“Ci sorprende che per l’amministrazione comunale sia inaspettata l’agitazione delle operatrici e delle cittadine nonché l’interesse della nostra organizzazione sindacale, da sempre in prima linea per quanto riguarda i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, soprattutto in contesti con particolare declinazione sociale e collettiva. Riteniamo che il comune di Cosenza abbia particolari responsabilità nei confronti di questo e molti altri servizi, di fatto da sempre capofila in molti ambiti territoriali, e anziché parlare di “Città Unica” e di altri progetti evidentemente insostenibili, sarebbe giusto concentrarsi sulla garanzia di molti dei servizi essenziali soppressi o rimodulati e ripartire dal territorio, soprattutto considerato il protagonismo attivo che il Comune di Cosenza potrebbe avere in molte interlocuzioni regionali, arrivando a recepire nuovi fondi per le casse comunali, fondi che spesso non vengono intercettati e dei quali mai come ora si ha bisogno”.

“Se quest’amministrazione comunale basa la propria azione su dei rigidi confini di competenze, si rivolga allora ad altri enti per poter avere un impatto maggiormente concreto e di qualità nelle diverse criticità dei servizi e del territorio cosentino. Sia essa la Regione Calabria o la Provincia”.

L’aumento dei costi, nel caso delle educatrici, non può essere imputato alle nuove tabelle salariali in quanto per le stesse vi è un risparmio a monte; le educatrici di Cosenza sono assunte con un contratto di 3 ore e mezza al giorno pur gestendo un bacino di 106 bambini/e, al riguardo è la stessa normativa che indica gli scaglioni contrattuali in base all’utenza e dai 175 bambini/e l’assunzione dovrebbe essere full-time. Va da sé che i sacrifici sono già stati messi in campo da tempo, in primis quelli delle educatrici, le quali con questa media, ovvero 106 su 175, non dovrebbero richiedere un aumento orario oggi, avrebbero dovuto altresì essere già contrattualizzate a sei ore. Pertanto riteniamo che gli equilibri che il comune dichiara di dover rintracciare debbano sopraggiungere ai tavoli con gli altri enti, con proposte e potere di contrattazione, e non essere onere delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi. A tal fine, lo stato di agitazione continuerà fino a che non ci sarà una convocazione ufficiale, relativa anche all’aumento orario, e una proroga firmata”.

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