Cosenza celebra Maria Virgo Fidelis e i carabinieri caduti in servizio

Nella Chiesa di san Domenico Mons. Giovanni Checchinato officiato la Santa Messa in onore della Santa Patrona dell'Arma dei carabinieri

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COSENZA – Nella Chiesa di san Domenico a Cosenza, Mons. Giovanni Checchinato, Arcivescovo Metropolita della Diocesi di Cosenza – Bisignano, ha presieduto ed officiato la Santa Messa in onore di Maria Virgo Fidelis, Santa Patrona dell’Arma dei Carabinieri dal 1949, quando Papa Pio XII approvò tale invocazione individuata su proposta dell’Ordinario Militare, Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone. Alla presenza del Comandante Provinciale Col. Andrea Mommo, si sono radunati i Carabinieri del Comando Provinciale brutio stretti, in un corale abbraccio, alle mogli, ai figli ed ai familiari dei nostri Carabinieri che hanno perso la vita al servizio per lo Stato, nell’adempimento del loro dovere.

Presenti alla cerimonia le massime autorità del capoluogo: il Prefetto di Cosenza, S.E. Maria Rosa Padovano, il Sindaco di Cosenza, Avv. Franz Caruso, il Presidente del Tribunale di Cosenza Dott.ssa Maria Luisa Mingrone, il Procuratore di Cosenza, Dott. Antonio D’ALESSIO, il Procuratore di Castrovillari, Dott. Alessandro D’Alessio, il Questore di Cosenza, Dott. Giuseppe Cannizzaro, il Comandante Provinciale della G.d.F., Col. Giuseppe Dell’Anna, il Comandante Provinciale dei VV.FF. Ing. Roberto Fasano, il Comandante del Distaccamento dell’Aeronautica militare di Montescuro (CS), Ten. Col. Massimo Alligri, il Vicecomandante del 1^ Rgt. Bersaglieri, Ten. Col. Gianluca Berardi.

Presenti anche i militari in congedo e le Benemerite delle Sezioni ANC di Cosenza, di Acri, di Rende, di Montalto Uffugo e di Bisignano con i loro rispettivi Presidenti, Sottotenente in congedo Maurizio Saraceno, Giuseppe Vaccaro, Luogotenente in congedo Domenico Moretti, Emilio Salerno ed il Maresciallo Maggiore in congedo Vitaliano Greco.
Mons. CHECCHINATO, nel corso dell’omelia, ha rammentato le tre virtù appartenenti a Maria, Madre di Gesù: la fedeltà, la bussola che non consente di uscire dalla rotta della legalità e dell’amore verso il prossimo e verso i cittadini: è la virtù dell’eroismo e della rassicurazione sociale, un impegno sempre vivo a perseguire il bene collettivo con caparbietà e rigore; la consapevolezza degli impegni assunti: è la virtù che rende il servizio prioritario sulle esigenze personali, che mette al primo posto il bene collettivo rispetto a quello individuale.

È la virtù di Maria resa consapevole dal Figlio che le ricorda, nel Tempio, il senso della sua missione terrena, fare la volontà del Padre. Ed è la stessa consapevolezza che rende ogni Carabiniere convinto credente della necessità del proprio servizio a beneficio di quelle comunità dalle quali lui stesso proviene. Infine il silenzio di Maria, lo “stabat mater” di Maria silente ai piedi della Croce. Maria “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”, in un silenzio che non era solo lo strumento per il raggiungimento della salvezza dell’Uomo attraverso il sacrificio di suo figlio Gesù, ma metafora di chi serve il prossimo con una presenza concreta, senza per questo voler essere necessariamente al centro della scena. Uno dei motti più antichi dell’Arma recita “usi obbedir tacendo”: è la virtù dell’accettazione della propria missione e del conseguente sacrificio, da accogliere in funzione del bene successivo e necessario: la pace dei nostri paesi, l’affermazione della legalità, la vittoria dello Stato su intimidazioni e parassitismi.

E in effetti tali valori ben rappresentano la solidità dei valori incarnati, nei due secoli di storia, dai martiri dell’Arma lungo una linea che nel nome della Fedeltà sino alla morte, unisce gli eroi di Sella Culqualber a Salvo d’Acquisto ai martiri di Fiesole, al Generale Dalla Chiesa alle vittime del vile attentato di Nassiriya ed a quanti militari sacrificano ogni giorno il proprio bene più prezioso nell’adempimento del dovere a tutela delle popolazioni nazionali ed estere. Toccante, infine, il momento in cui il Maresciallo Capo Annabella Crocco ha letto la “Preghiera del Carabiniere”.

Al termine della funzione religiosa, il Comandante Provinciale dell’Arma, Colonnello Andrea Mommo, ha ricordato i fatti d’arme per i quali fu concessa all’Arma dei Carabinieri la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare: il 21 novembre 1941 si consumò, in Africa Orientale, in Etiopia, la battaglia di Culqualber. Un intero battaglione di Carabinieri Reali, stremati da tre mesi di assedio in difesa di un caposaldo montano, furono dapprima bombardati e quindi annientati in esito ad un ultimo, feroce, corpo a corpo. È alla via tracciata da questi uomini e dai martiri di Nassiriya che ogni Carabiniere guarda, traendo ispirazione e motivazione nelle quotidiane lotte contro il terrorismo e la criminalità e nel quotidiano impegno per aiutare e rassicurare le nostre amate collettività.
Con oggi è stata celebrata anche la giornata dell’Orfano, in occasione della quale il Comandante Provinciale di Cosenza ha conferito alla Dottoressa Giovanna VILARDO, figlia dell’App. Sc. Pasquale Vilardo, deceduto in servizio il 27 settembre 2012 a Gizzeria Marina (CZ), una targa dell’ONAOMAC (Organizzazione Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma dei Carabinieri) attestante non solamente le più vive felicitazioni per il raggiungimento di un importante traguardo, la laurea specialistica in ingegneria informatica, ma soprattutto i sentimenti di vicinanza, sostegno e gioia della collettività militare tutta, nei confronti di Giovanna, della sorella Giulia e della loro mamma Anna.

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