COSENZA – Dietro i millenari vicoli tortuosi e le piazze storiche di Cosenza si cela un segreto avvincente: la leggenda del Tesoro di Alarico. La città dei bruzi, con le sue radici che affondano nell’antichità, è stata spesso associata alla ricerca di questo leggendario bottino. Secondo la tradizione, il re visigoto Alarico I, nato a Perice nel 370 e morto ad appena quarant’anni a Cosenza, nel 410, avrebbe nascosto il suo tesoro sacro e profano nei dintorni della città dopo il saccheggio di Roma nel 410 d.C.
Qua raggiunse Cosenza, il si ammalò improvvisamente e morì. Secondo la leggenda, tramandata da Giordane, venne seppellito con i suoi tesori raccolti dalle guerre e il suo cavallo alla confluenza dei fiumi Crati e Busento. Gli schiavi, che avevano lavorato alla temporanea deviazione del corso del fiume, furono uccisi perché fosse mantenuto il segreto sul luogo della sepoltura. Secondo gli storici, il bottino era composto da venticinque tonnellate d’oro e 150 d’argento, oltre a gioielli, monete e preziosi di ogni tipo. Una narrazione, avvolta tra mito e storia, arrivata ai giorni nostri e che ha attirato avventurieri, storici, intellettuali e appassionati di misteri da ogni parte del mondo.
Così recitava la poesia di August Graf Von Platen, tradotta in italiano da Giosuè Carducci ne “La tomba nel Busento”
Cupi a notte canti suonano
da Cosenza su’l Busento,
cupo il fiume li rimormora
dal suo gorgo sonnolento.
Su e giù pe ‘l fiume passano
e ripassano ombre lente:
Alarico i Goti piangono
il gran morto di lor gente
Cosenza cerca ancora il tesoro di Alarico
L’ex sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, nel 2016 aveva avviato una campagna scavi alla ricerca del bottino del re dei Visigoti che poi il Ministero dei Beni Culturali bloccò.
La ricerca del Tesoro di Alarico non è solo una questione di ricerca di ricchezza materiale. È diventata una sorta di crociata per preservare la storia e la cultura della regione. Numerosi studiosi locali hanno dedicato la loro vita allo studio di antichi manoscritti e mappe, cercando indizi che possano condurre alla scoperta del misterioso tesoro.
Tuttavia, la ricerca è stata complicata dalle sfide del tempo e dalla natura mutevole del paesaggio calabrese. Le guerre, i terremoti e l’erosione hanno reso difficile la conservazione delle tracce lasciate dall’antichità, mentre la vegetazione rigogliosa ha nascosto i luoghi che potrebbero contenere le risposte tanto cercate.
Nonostante le sfide, l’interesse per il Tesoro di Alarico continua a prosperare tra gli abitanti di Cosenza e oltre. Alla confluenza dei fiumi oggi si trova la statua del re dei Goti di Paolo Grassino: eventi annuali, come conferenze e escursioni organizzate per esplorare siti storici legati alla leggenda, attirano visitatori da ogni parte del mondo, alimentando la speranza che un giorno il mistero possa essere risolto.